In queste settimane Huawei deve affrontare il terremoto causato dal bando USA firmato dall’amministrazione Trump. Attualmente sospeso fino ad agosto, il bando ha già avuto ripercussioni importanti sul brand cinese, tanto che importanti aziende come Google e Qualcomm hanno annunciato lo stop al supporto per l’azienda cinese. Il colosso, nelle scorse ore, ha annuncia di aspettarsi un crollo nelle vendite a causa del divieto commerciale.
È Bloomberg a riportare la notizia: Huawei si aspetta un calo internazionale nelle vendite, dal 40 al 60%, che tradotto in numeri significherà da 40 a 60 milioni di dispositivi in meno quest’anno. Si tratterà, semmai le cifre dovessero rivelarsi corrette, di un forte calo, soprattutto se si considerano i 200 milioni di smartphone spediti da Huawei nel 2018.
Dopo aver superato Apple in termini di unità spedite lo scorso anno, il colosso cinese sembrava sulla buona strada per ridurre il divario ed, eventualmente, mettere la freccia su Samsung nel 2019, ma questo scenario difficilmente potrà realizzarsi nel breve termine.
Bloomberg ritiene che Huawei sia già al lavoro per studiare diverse opzioni alternative, compresa la possibilità di ritirare dal mercato la serie Honor 20. La gamma è già disponibile nel suo paese d’origine, dove ha venduto circa un milione di unità in due settimane, mentre la nuova serie Honor 20 arriverà in Italia a partire dal 24 giugno in esclusiva temporale su hihonor, mentre dal 28 dello stesso mese sarà disponibile da tutti i rivenditori.
Huawei e Honor hanno raggiunto una quota di mercato del 34 per cento nel primo trimestre del 2019, almeno stando ai calcoli effettuati da Counterpoint Research, un grande salto in avanti rispetto al Q1 2018, quando l’azienda occupava il 22 per cento della quota di mercato. Inoltre, Huawei spera di poter conquistare il 50 per cento della quota di mercato in Cina, così da compensare parzialmente il calo delle vendite internazionali.
Al momento tutto tace sul fronte Huawei, ma si attendono contromosse a breve, tra le quali non è da escludersi il lancio di un sistema operativo totalmente alternativo.