Terry Gou, Presidente di Foxconn, afferma che c’è ancora un 50% di possibilità che l’azienda da lui guidata possa portare a termine l’acquisizione della divisione Semiconduttori di Toshiba. A suo dire i giochi non sono ancora terminati e rifiuta l’esclusività che sarebbe stata concessa alla cordata promossa dal governo giapponese, un consorzio promosso dal fondo parapubblico Innovation Network Corp. of Japan e dalla Development Bank of Japan, appoggiato dal gruppo americano di private equity Bain Capital.
In merito alla presunta priorità al consorzio, Gou parla di tattiche politiche ed evidenzia un precedente tentativo di intromissione del governo giapponese prima dell’acquisizione da parte della Foxconn di Sharp. Gou ribadisce che l’azienda da lui guidata è in grado di risolvere i debiti di Toshiba (crisi finanziaria dopo scandali contabili e problemi vari provocati alla controllata americana nel nucleare Westinghouse), mentre il governo giapponese non farebbe altro che trasformare l’acquisizione in pessimi debiti.
La proposta del governo sarebbe stata preferita alle offerte alternative perché i giapponesi temono un esodo di proprie tecnologie. Toshiba ha intanto comunicato di aver scelto la proposta migliore in termini di valutazione, della tutela degli occupati e del mantenimento in Giappone di tecnologie “sensibili”. Chiudere l’accordo non sarà ad ogni modo semplice: è necessario fare i conti anche con Western Digital, partner in una joint venture di Toshiba che ha più volte ribadito che è necessario il suo consenso.