Dal primo film con tecnologia 3D (datato primi anni cinquanta, realizzato con due cineprese sincronizzate a pellicola) all’ultimo “Star Wars: il Risveglio della Forza” di strada la tecnologia ne ha fatto tantissima. Lo dimostra il cammino di RealD, azienda leader nel settore, che i lettori conosceranno per il marchio che vedono sugli occhialini del cinema, ma che dietro ha un patrimonio tecnologico importantissimo, e la creazione di attrezzature all’avanguardia per la riproduzione di uno spettacolo che per essere godibile e credibile ha bisogno di molto più di quel che si intuisce, come abbiamo potuto constatare nel corso di una presa di contatto con quel che significa cinema in 3D.
Tra destro e sinistro
All’interno di una delle sale del cinema Bicocca di Milano, attorniati da una folla di liceali baldanzosi, Alice Tentori, Country Manager in Italia di RealD, ci ha raccontato come si costruisce un film in 3D per il cinema. Due segnali video, ognuno con un diverso allineamento ottico verso l’utente, sono proiettati su di uno schermo da un priettore adatto: il nostro cervello, che riceve i due segnali grazie agli occhiali polarizzati, le cui lenti destre e sinistre ricevono e filtrano i due segnali in modo asincrono, unisce le due immagini aggiungendo informazioni sulla profondità dei vari elementi, offrendo una esperienza reale e tridimensionale in modo semplice ma attivo. Chi scrive ha visto a Natale l’ultimo Star Wars proprio in un cinema con tecnologia RealD e può testimoniare che alcune volte sembrava che le astronavi che volavano verso l’obiettivo ci mancassero di un soffio.
D’altra parte il lavoro per produrre un film in 3D è tutt’altro che semplice: serve una cura e una progettazione che parte già dal modo in cui si girano (o renderizzano, a seconda del tipo di film) le scene con il posizionamento delle telecamere, il software di montaggio video deve conscere bene le procedure di riproduzione ma quello che era sino ad oggi difficile da ottere era mantenere un giusto grado di luce alla ripresa. Uno dei problemi di cui hanno sempre sofferto i film in 3D sono una mancanza di luce, specie se paragonati alla controparte in 2D: da qui una delle novità di RealD, i moduli XL Cinema e ZScreen Cinema che, quando montato davanti ad un priettore da cinema (la cui dimensione è tutt’altro che scontata come vedete dagli scatti di Macitynet) è capace di recuperare la luce persa nel sistema di proiezione tridimensionale e, grazie ad un gioco di specchi nella parte superiore, restituirlo alla proiezione con un secondo segnale sincronizzato con il primo. Il risultato è un video brillante e assolutamente paragonabile al 2D, con in più una terza dimensione visibile grazie agli appositi occhialini.
La tecnologia non fa differenza per film in 2K o 4K, ma è diversificata solo per la grandezza dello schermo (il proiettore che vedete nelle foto garantisce la riproduzione in uno schermo di 20 metri).
Si passa poi anche per gli schermi di proiezione, con tecnologia “Precision White Screen”, di colore argentato che permettono una più ampia visione dei film, così anche chi non è seduto al centro della sala godrà delle stesse potenzialità e che, soprattutto, possono restituire un 40% di luce in più rispetto ad uno schermo normale.
Il 3D di RealD
Abbiamo ascoltato con molto interesse le spiegazioni tecniche relative alla tecnologia e assaporato i risultati ma ci siamo fatti anche qualche domanda sul presente e sul futuro di questa tecnologia, anche alla luce del fatto che dopo qualche anno di annunci relativi a tecnologie 3D in campo consumer per quello che riguarda le televisioni, già al CES di quest’anno il termine 3D non compariva affatto nei modelli più nuovi per la maggior parte degli annunci. Ci ha rassicurato invece Alice sottolineando che il mercato 3D è comunque vivo, nei cinema molto di più che in TV: il 48% degli incassi dell’ultimo Jurassic World sono arrivati da visioni in 3D, ad esempio, senza considerare che moltissimi dei prossimi blockbuster in uscita da qui a settembre (“Capitan America: Civil War”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”, “Pets”, “Kung-fu Panda” e “Il libro della giungla”) sono o saranno disponibili in 3D con tecnologia RealD.
E per quanto riguarda l’ambito consumer? RealD ha tenuto a sottolineare come l’impegno profuso con i cinema non si limiti ad un rapporto fornitore/cliente ma come si sentano patner delle sale: sono stati introdotti ad esempio nuovi tipi di occhiali con maggior personalizzazione, come ad esempio a forma di clip per chi porta gli occhiali da vista (finalmente, ndr) oppure per bambini in dimensioni più contenute e con grafica personalizzata ad hoc (con le immagini o i simboli degli eroi del film), anche se resta a discrezione della sala la disponibilità di tutti i tipi di occhiali.
Più in piccolo, RealD è attenta anche nello sviluppo di tecnologie 3D anche al di fuori dell’ambito Cinema, che resta però il core-business dell’azienda: ad esempio sono in fase di sperimentazione alcuni tipi di schermo per computer portatili o per device mobili che permettano la visione in 3D anche senza occhiali, oppure per un vista privata, che lascia vedere il contenuto all’utente, ma non a quelli immeditamente a fianco. Al momento queste tecnologie non sono ancora disponibili per i device attuali ma non è detto che entro qualche anno non diventino la novità per i nuovi modelli Samsung, HTC o altri smartphone Android.
La conferenza stampa è finita con la visione del film d’animazione “Zootropolis”, rigorosamente in 3D, titolo che è degno di assoluta nota, sia per quello che riguarda la storia, la qualità delle animazione ma anche per la resa 3D.