Assalto alla diligenza della portabilità. La lettura che verrà data in futuro delle tendenze del mercato mobile italiano evidenzierà (giustamente) la discontinuità introdotta da Iliad. Ma non è quella la base dove contare. Alcune tendenze di mercato erano già molto forti prima. A partire dalla crescita delle sim nel nostro Paese che, come riporta l’osservatorio Agcom, crescono non perché la gente abbiamo sei linee telefoniche mobili a testa, ma perché cresce la internet delle cose, IoT, che utilizza le sim dati Gsm-Gprs-Edge come strumento di connettività di base (e questo forse allontana ulteriormente anche il giorno dello switch off della vecchia rete Gsm).
Invece, c’è un altro fronte molto interessante da guardare. Si tratta della diffusione del fenomeno della portabilità dei numeri di telefono da un operatore all’altro. In pratica, la certificazione dell’infedeltà dell’utente medio italiano, aiutato anche dai carrier conniventi che, pur di rubare utenti alla concorrenza, fanno offerte speciali “win-back” e simili, molto più convenienti di quelle a listino e irraggiungibili per chi invece volesse modificare la sua tariffa con lo stesso operatore.
A gennaio-marzo 2018 sono due i dati che spiccano. Da un lato la crescita della quantità media di dati consumata dagli utenti anno su anno (da 2,23 Giga del marzo 2017 a 3,42 Giga al mese di marzo 2018) alla crescita dell’indice di mobilità degli utenti dell’8,4% che arriva a 120 milioni di operazioni di portabilità di numeri telefonici.
Il mercato prima di Iliad era diviso in maniera simmetrica tra Wind-Tre, Tim e Vodafone con il 30% del mercato a testa, seguiti da Poste Mobile a 3,9 e gli altri operatori virtuali al 4,3% complessivo del mercato, con solo Wind-Tre in calo dell’1,9% anno su anno. Il passaggio delle sim nella sola portabilità vede un calo ancora maggiore per Wind-Tre, di circa il –6%, con una perdita di 957 mila utenze. Vodafone invece perde anch’essa circa 116mila unità. Gli operatori virutali crescono di 587mila unità, Tim cresce di 486mila unità anche grazie a Kena Mobile, il nuovo marchio low cost di Tim, che da sola fa 350mila nuove utenze.
Tutto questo, ripetiamo, prima di Iliad e del suo clamoroso milione di nuove utenze in meno di due mesi. Vedremo con la prossima relazione dell’osservatorio Agcom cosa succederà.