Porsche, così come qualsiasi altro costruttore di automobili, ha avuto la possibilità di scegliere se includere, nelle proprie autovetture, la tecnologia CarPlay di Apple, Android Auto di Google, oppure entrambe. Tuttavia – si legge su MotorTrend – per le nuove Porsche 911 il produttore includerà solo ed esclusivamente CarPlay di Apple perché il sistema di infotainment concorrente ideato da Google raccoglierebbe troppe informazioni fondamentali dei veicoli.
Per ragioni apparentemente sconosciute, Google richiederebbe ai produttori di automobili di condividere diversi dati quali la velocità del veicolo, la posizione dell’acceleratore, la temperatura dell’olio e del liquido di raffreddamento, i giri del motore e molti altri dati; il sistema di Apple invece sembrerebbe interrogare soltanto la centralina per verificare se l’auto è in movimento, un dato a cui avrebbero accesso praticamente tutti i sistemi di sicurezza da ormai più di dieci anni. E’ quindi comprensibile che un gigante come Porsche, che spende ingenti capitali per migliorare le prestazioni delle proprie autovetture, si rifiuti di cedere informazioni del genere con tale facilità.
Considerando che Apple riesce a offrire le stesse funzionalità senza avere accesso ad alcun dato, la fonte ipotizza che dietro la richiesta di Google ci sia più di una semplice integrazione dei propri servizi nelle automobili, alludendo a “dati facili” per la progettazione della futura Google Car. Si tratta di una supposizione molto azzardata, di cui è difficile – se non impossibile – darne la certezza. Una scelta di questo tipo risulterebbe non solo spregiudicata ma, se confermata e resa pubblica, passibile di azioni legali su vasta scala, perché di fatto consisterebbe nell’installare di serie quello che sarebbe un vero e proprio cavallo di Troia nei veicoli di altri marchi che un giorno saranno probabilmente diretti concorrenti della Google Car, facendo proprie delle informazioni che in realtà non le apparterrebbero.