Un ufficiale di polizia rischia fino a tre anni ed otto mesi di carcere per essersi auto-inviato alcune foto di nudo rubate da iPhone di una persona che era stata presa in custodia.
La vicenda che ha coinvolto un agente di polizia californiano, Sean Harrington, è iniziata quando la vittima, “Jane Doe” (non il vero nome), 23 anni, è stata fermata dall’agente con l’accusa di guida in stato di ebbrezza. Portata alla stazione di polizia e messa in stato di fermo, la donna ha richiesto all’agente di avere il telefono per chiamare qualcuno che la potesse assistere. In quel momento, grazie al codice di sblocco fornito dalla donna, che stava dietro alle sbarre e non aveva diritto a mettere fisicamente le mani sul cellulare, il poliziotto ha cominciato a frugare nel telefono, e specificatamente nel rullino. L’agente, trovando gustoso il fatto di avere a portata di tap delle immagini di nudo, le ha inviate ad un paio di colleghi (Robert Hazelwood e Dion Simmons), commettendo un grave reato che sarebbe andato sotto traccia non fosse stato grazie ad iCloud ed alla funzione Continuity.
La ragazza, racconta Cnet, tornata a casa ha acceso iPad che essendo sincronizzato con iCloud, mostrava alcuni messaggi inviati a numeri che lei non conosceva, contenenti le sue fotografie di nudo memorizzate nel rullino foto. Uno di questi numeri è proprio quello dell’ufficiale Harrington, mentre gli altri due rinvenuti appartengono ai suoi colleghi di lavoro. In conseguenza delle indagini connesse al primo caso, si è scoperto che il poliziotto aveva fatto la stessa cosa in un’altra occasione, sempre nei confronti di una anonima arrestata, spedendo e spedendosi in tutto sei foto di nudo.
Immediato lo stato in messa di accusa che ha costretto Harrington a rassegnare le dimissioni dalla California Highway Patrol, la polizia stradale dello stato americano. I suoi superiori hanno ovviamente stigmatizzato il comportamento del loro ex agente e la sua immoralità affermando che “come organizzazione ci aspettiamo il massimo livello di integrità morale da parte di tutti: qui non c’è posto per chi ha scelto di manipolare la legge e la politica dipartimentale per il proprio tornaconto”.
Riprovazione a parte, Harrington se trovato colpevole rischia di vedersi comminata una pena fino a tre anni e 8 mesi di carcere, ma anche Robert Hazelwood e Dion Simmons rischiano grosso. L’avvocato di “Jane Doe”, li accusa di avere volontariamente e deliberatamente ricevuto le fotografie e in quanto tale di avere commesso un reato.