Per soli sette giorni il destino di Pixar, dell’intera storia dell’animazione, e forse anche della carriera di Steve Jobs, avrebbero potuto essere diversi. Lo racconta Ed Catmull in un recente libro in cui si sofferma su un episodio specifico, ripercorrendo gli eventi successivi alla decisione di LucasFilm di vendere Pixar, e la seguente ricerca di acquirenti, ricerca, come sappiamo, terminata con un’operazione che portò Jobs a diventare il proprietario di quella che era solo una divisione dell’impresa del padre di Guerre Stellari.
Tutto cominciò con la ricerca da parte di Lucas di un investitore o di un’azienda disposti a spendere circa 15 milioni di dollari: troppo per chiunque fosse stato interpellato o contattato. Dopo diversi mesi, il gruppo era però finalmente riuscito a trovare un accordo con Philips e General Motors, con la multinazionale olandese interessata alla tecnologia di rendering dati, e la produttrice di auto alle tecniche di modellazione, utili da utilizzare nel design dei veicoli. Catmull racconta che solo sette giorni prima di firmare la cessione, l’accordo saltò, lasciandolo in una condizione che era a metà fra un sentimento di disperazione ma anche sollievo: se da una parte infatti si allontanavano così la speranza di aver trovato due investitori disposto a investire congiuntamente nell’azienda, Catmull sapeva bene che l’entrata in gioco di Philips e General Motors avrebbe infranto ogni speranza di poter sviluppare il primo film di animazione in digitale, essendo le due aziende interessate ad altre tecnologie.
Se quell’affare fosse andato in porto, Steve Jobs non avrebbe potuto rilevare l’azienda, Toy Story probabilmente non sarebbe mai nato e l’animazione digitale oggi potrebbe essere ben diversa da come la conosciamo. Allo stesso modo lo stesso Jobs non avrebbe potuto godere delle stesse esperienze che hanno contribuito alla sua crescita professionale, e la sua strada d’imprenditore visionario avrebbe potuto essere molto differente. Invece l’accordo con Philips e GM non fu mai concluso, Steve Jobs rilevò la Pixar e… il resto è storia.