Apple ha un piano contro i dazi di Trump, con diverse soluzioni per azzerare o ridurre gli effetti negativi delle nuove tariffe contro le importazioni dalla Cina. Con l’esclusione di alcuni accessori, finora i dazi introdotti dall’amministrazione Trump non hanno colpito prodotti e dispositivi di Cupertino, ma l’annuncio dei nuovi dazi di Trump sulle importazioni dalla Cina che entreranno in vigore a partire dal primo settembre, ha già provocato pesanti flessioni sulla quotazione del titolo AAPL in borsa, poi in parte recuperata negli ultimi giorni.
Da oltre un anno si temono pericolosi incrementi dei prezzi di iPhone e non solo, un rincaro dovuto ai dazi che andrebbe a colpire lo smartphone di punta di Apple in un periodo in cui le vendite risultano in calo da mesi, prospettiva che rischia di aggravare ulteriormente la situazione. Ma secondo Ming Chi Kuo Apple non incrementerà i prezzi di iPhone, iPad e Mac ed ora una analisi di Morgan Stanley illustra nei dettagli il piano elaborato da Cupertino per aggirare o attenuare l’impatto dei nuovi dazi attesi a settembre.
Secondo Katy Huberty di Morgan Stanley, Apple ha avuto 16 mesi per prepararsi a fronteggiare questa situazione, infatti la prima proposta per nuove tariffe dell’amministrazione Trump è stata presentata nel mese di aprile dello scorso anno.
Il primo passo è sempre rappresentato dalla possibilità di richiedere una esenzione per i propri prodotti. Una possibilità che però sembra probabilmente destinata al fallimento, considerando che in più occasioni Trump ha escluso un trattamento di favore per Cupertino, invitando ripetutamente la multinazionale a produrre in USA invece che in Cina.
La seconda alternativa è quella di produrre gli iPhone destinati agli USA, all’incirca 67 milioni di pezzi, fuori dalla Cina. Questo è già possibile, almeno in parte, sfruttando gli stabilimenti Hon Hai (Foxconn) presenti a Taiwan, India, Vietnam, Tailandia e altre nazioni ancora. Secondo un dirigente Foxconn può già costruire fuori dalla Cina tutti gli iPhone che Apple vende in USA, mossa che permetterebbe di evitare completamente i nuovi dazi Trump in arrivo.
Secondo altri invece occorrerà più tempo per poter produrre il totale degli iPhone necessari per gli USA. In ogni caso Cupertino può comunque incrementare la produzione di iPhone in India, come soluzione di breve termine.
Ma Apple dispone anche di un’altra soluzione. Facendo leva su importanza e quantità dei suoi ordinativi, Cupertino può richiedere sconti ai propri fornitori. Questo permetterebbe di assorbire in parte i dazi, traducendosi in un incremento di prezzi per gli utenti finali inferiori anche di molto rispetto ai dazi.
Infine nello scenario peggiore, cioè quello in cui Apple continuerà a produrre in Cina e girerà i dazi agli acquirenti finali aumentando i prezzi del 10%, la società di analisti prevede un calo delle spedizioni iPhone in USA e Cina di almeno il 10%. Ma nel Paese del Dragone le cose potrebbero andare peggio per i sentimenti nazionalistici dei consumatori. Apple potrebbe perdere utili per azione tra l’8% e il 10%, un calo che potrebbe arrivare fino a -20% se invece i dazi di Trump sulle importazioni dalla Cina arriveranno a quota 25%.
Tenendo presente tutte le alternative di Apple per evitare o limitare i danni dei nuovi dazi di Trump, il report rimane positivo consigliando l’acquisto di azioni Apple. Questo perché nel breve termine le divisioni indossabili e servizi di Apple non saranno toccate dai dazi, entrambe previste in crescita, mentre è atteso un recupero delle vendite iPhone con i modelli 5G del prossimo anno.
A settembre Apple introdurrà i successori di iPhone XS Max, XS e iPhone XR. Uno o più dei nuovi modelli potrebbe essere battezzato iPhone Pro.