Adobe è in procinto di lanciare la nuova versione di Photoshop, la sesta etichettata CS, la tredicesima nella storia di questo programma leader di mercato e che ha cambiato il modo di gestire le immagini. Una rivoluzione era nell’aria; da qualche tempo Adobe aveva lasciato intendere che il nuovo Photoshop avrebbe portato cospicue novità e in effetti, passando dalla versione 5.5 alla 6, viene rivoluzionato come mai aveva fatto prima Adobe. La software house riferisce che sono state introdotte più del 62% di nuove funzioni, tra cui ben 65 miglioramenti suggeriti dagli utenti e il motore grafico Adobe Mercury Graphics Engine che garantisce prestazioni elevate sfruttando al meglio la scheda grafica e non caricando il processore.
Le grandi novità di Photoshop CS 6 si possono quindi racchiudere in 4 gruppi: Magia dell’immagine, Creatività, Prestazioni incredibili e Disegno 3D semplificato. Anche per questa nuova versione, Adobe propone due versioni di Photoshop CS6, la Standard e la Extended. A differenza della release precedente, le caratteristiche peculiari della versione Extended sono concentrate nel campo della gestione del 3D e del nuovo motore grafico, mentre la versione “base” acquisisce la gestione del Video che riceve notevoli miglioramenti, oltre tutta la serie di nuove funzionalità che promettono davvero meraviglie e sicuramente una maggior flessibilità nella lavorazione delle immagini. I 4 gruppi di novità comprendono, ognuno, una serie consistente di miglioramenti e nuove funzioni; analizziamo le principali.
Experience imaging magic
In questo gruppo sono compresi una serie di strumenti che migliorano notevolmente il flusso di lavoro: i nuovi algoritmi di calcolo permettono di introdurre la funzionalità content-aware (ovvero sensibile al contesto) per strumenti basilari come Crop, Patch e Move; in sostanza, selezionando un oggetto da una foto, lo si potrà rimuovere o spostare lasciando che PS ricrei la parte di immagine sottostante con maggior coerenza, oppure si potranno effettuare selezioni migliori di oggetti da replicare all’interno dell’immagine con la possibilità di fondere in maniera ottimizzata il nuovo oggetto con lo sfondo.
Un’altra nuova funzionalità che migliorerà l’esperienza di lavoro è l’Adaptive Wide Angle, un filtro che permette di intervenire sulle foto scattate con obiettivi “tele” o “fish-eye”; Photoshop, leggendo i parametri di focale della foto, è in grado di costruire una maschera tridimensionale della foto in modo tale da offrire la possibilità di raddrizzare l’immagine per eliminare le distorsioni dovute alla profondità dell’obiettivo.
Sempre in tema di elaborazione di immagini distorte, per chi deve lavorare con immagini prospettiche da correggere, è stato introdotto il Perspective Crop Tool che permette di creare una selezione prospettica per raddrizzare, con un clic solo, la selezione interessata.
Maximize your creativity
Questo gruppo di novità riguarda il miglioramento di una gran quantità di strumenti operativi e l’aggiunta di nuovi filtri.
Come già accennato, è stata migliorata la sezione video, presente ora in entrambe le versioni di Photoshop CS6, con la possibilità di inserire immagini nei video (e viceversa) e applicare filtri ad entrambi. E’ possibile applicare azioni di pan & zoom alle immagini statiche per animarle e inserirle al meglio nel contesto video.
L’intento non è quello, ovviamente, di erodere mercato a Premiere, ma quello di offrire ai tipici utenti di Photoshop uno strumento, anche avanzato, per realizzare video di effetto e rimanere in un unico ambiente di lavoro. Con questa nuova release del programma, i video (nei formati H.264 e QuickTime, con la possibilità di scegliere il formato DPX in output) sono equiparati alle immagini diventando oggetti smart e potendo essere trattati come qualunque layer di Photoshop, con maschere ed effetti. E’ possibile, per esempio, realizzare dei PiP (picture-in-picture) con gli opportuni strumenti di ridimensionamento e maschere, applicare i filtri ai video per creare passaggi ad effetto, oppure usare i classici strumenti di testo per realizzare titoli.
Con la possibilità di regolare i tempi degli effetti, si ha la capacità di costruire una timeline video molto complessa, aggiungendo elementi di testo quando serve, o sfumare l’inserimento di altri video o immagini nella traccia principale.
Oltre a nuovi effetti di illuminazione e strumenti di disegno profondamente rivisti (come la ricerca all’interno dei livelli), è stata introdotta una nuova sezione di filtri riguardanti gli effetti di sfocatura, integrando in Photoshop strumenti come la sfocatura di campo e il tilt-shift, precedentemente utilizzabili con plug-in esterni.
Achieve peak performance
Tante novità non potevano essere introdotte senza un potenziamento del motore del programma. Oltre al Mercury Graphics Engine, che sfrutterà al meglio la GPU (preferibilmente nVidia), Adobe ha introdotto una serie di miglioramenti volti a ridurre il tempo necessario per molte operazioni, velocizzando ad esempio la scelta degli strumenti di selezione o introducendo un sistema di auto-recovery in caso di crash dell’applicazione e di salvataggio in background, per evitare noiose e lunghe pause nel processo produttivo.
La presentazione cui abbiamo assistito ha certificato le ottime prestazioni del programma su un MacBook Pro di 2 anni fa Intel Core 2 Duo 3,06 GHz e 8 GB di ram), dimostrando come la possibilità di sfruttare il chip grafico sia la strada da percorrere per offrire il miglior prodotto possibile e le migliori prestazioni, anche su hardware datato.
Un esempio che ci permette di verificare il miglioramento nelle prestazioni e nelle funzioni è il filtro Liquify: nelle vecchie versioni il filtro impegnava notevolmente il sistema ed erano necessari diversi secondi o minuti per applicarlo all’immagine; ora, grazie al Mercury Graphics Engine, è diventato molto più veloce: l’applicazione del filtro richiede pochi istanti; inoltre è stata migliorata anche la gestione e l’impostazione del filtro con una dimensione del pennello fino a 15000 pixel contro i 1500 precedenti.
Enjoy simplified 3D design
Anche la sezione 3D ha acquisito nuove funzionalità; già da alcune versioni Photoshop poteva gestire file 3D e l’integrazione tra questi e le immagini bidimensionali.
Ora il motore di rendering interno è stato migliorato, così come sono stati migliorati i comandi di gestione degli oggetti tridimensionali: dalla modifica dei materiali, alla gestione delle luci e delle ombre. Questo permetterà di elaborare con più precisione immagini fotorealistiche quali rendering e fotomontaggi in cui inserire oggetti tridimensionali.
Tra i formati supportati da Photoshop CS6 ci sono il 3DS (3DStudio Max) e KMZ (il formato di Google Earth, gestibile con SketchUp).
Gli oggetti tridimensionali, scaricabarili anche tramite il programma stesso al sito, vengono inseriti in un ambiente di lavoro idoneo, con piano di lavoro, assi XYZ, strumenti per muoversi all’interno dell’ambiente 3D e per inserire nuovi punti luce.
Un’opzione molto interessante è quella di abilitare una vista “stereo”, per garantire una maggior immersione nell’ambiente tridimensionale e per gestire al meglio il risultato del prodotto.
Requisiti di sistema
La prima domanda che verrà in mente a molti sarà relativa ai requisiti di sistema per far girare il nuovo Photoshop: non sono eccessivi, dopo tutto.
A prima vista si nota subito quella che potrebbe essere una grande differenza tra il mondo Mac e PC: sotto Windows è “sufficiente” un Pentium 4 o un AMD Athlon 64 (senza però, al momento, sapere la frequenza minima) e Windows XP Service Pack 3.
Su piattaforma Macintosh è invece necessario un computer Intel Multi-core (quindi dal 2006 in avanti) e, requisiti un po’ più restrittivi, l’ultima release di Snow Leopard (10.6.8) o Lion (10.7).
Per quanto riguarda Mac OS, la scelta restrittiva di compatibilità a partire dalla versione 10.6.8 è relativa alle tecnologie incluse in OS X e in Photoshop, soprattutto per quanto riguarda lo sfruttamento della GPU. Per quanto riguarda l’hardware sembra invece esserci una compatibilità molto più ampia, a partire dai primi Core 2 Duo sia a 32 che 64 bit, sebbene ovviamente si parli unicamente di hardware Intel.
In pratica lo stesso parco macchine previsto per la CS5.5 ma con il sistema operativo aggiornato alle ultime release.
Considerazioni sulla BETA
A breve, Adobe metterà a disposizione del pubblico una beta di Photoshop CS6 per permettere così agli utenti di testare in prima persona le nuove funzionalità. Macitynet ha potuto già testarla in questi giorni e vi diamo un breve resoconto sulle nuove funzionalità e sul programma nell’insieme.
Una piccola curiosità, trattandosi della tredicesima versione, lo splash screen di Photoshop CS 6 non mostra (ancora) il classico logo o immagine di riferimento ma un gatto stilizzato e la scritta Superstition, come sempre gli sviluppatori si lasciano andare a qualche libertà in fase di sviluppo
L’esperienza diretta ci ha permesso di provare e prendere confidenza con la nuova release del programma a cominciare dall’interfaccia che, in linea generale, è comunque un’evoluzione di quella conosciuta: nessun grande stravolgimento quindi, la grafica dell’interfaccia diventa più curata (sulla falsa linea di quanto ha fatto Apple col passaggio a Lion) e può essere declinata in 4 tonalità di colore, dal grigio “classico” al grigio scuro tendente al nero (opzione che, forse, potrà inizialmente disorientare i più fedeli utenti del programma). Attualmente, le finestre dei filtri rimangono nello stile classico; non è dato da sapere se con la versione finale o con futuri aggiornamenti, il “tema” dell’interfaccia sarà applicato a tutto il programma. Sarebbe comunque auspicabile, almeno come opzione.
La reattività generale è del tutto simile alla versione precedente, per cui si può ipotizzare un’ottimizzazione del codice che non ha comportato l’appesantimento del programma nonostante le nuove, cospicue, funzioni.
Quello che in effetti stupisce sono le prestazioni durante l’uso dei filtri, considerando che tutto il motore di rendering è stato potenziato con la possibilità di sfruttare OpenCL e le GPU moderne (è da ricordare che il sistema è ottimizzato per GPU nVidia).
I tempi di attesa per le anteprime dei filtri e l’applicazione degli stessi è risultato ridotto, se non nullo. L’anteprima per la stampa e altri test sono stati svolti con un MacBook Pro del 2009 (Core 2 Duo 3,06 GHz, scheda nVidia 9600 con 512 MB di tram, 8 GB di ram e Mac OS 10.7) con duplicazione dello schermo su proiettore, per cui una configurazione di partenza datata (non ce ne vogliano i possessori di questi modelli, comunque ottimi) con l’aggravante della scheda video gravata dalla gestione di ben due schermi.
Per confronto, anche Macitynet ha effettuato alcuni test, partendo dalle stesse immagini, con un MacBook Pro early 2011 (Core i7 Quad-core 2,2 GHz, scheda AMD-ATI da 1 GB, 8 GB di ram e Mac OS 10.7) constatando che nei compiti in cui la scheda video interviene nei calcoli, la differenza con il computer test di Adobe è minima, mentre nei compiti in cui il carico di lavoro può essere distribuito sia tra la GPU che la CPU, oppure è a carico solo di quest’ultima, l’hardware più recente ha ovviamente la meglio in maniera piuttosto netta.
Ciò non toglie che Adobe ha ritenuto di intraprendere la strada dello sfruttamento delle GPU, per migliorare le prestazioni, piuttosto che puntare alla sola potenza del processore principale. Questo approccio favorisce l’ottimizzazione degli investimenti nel tempo, permettendo ad esempio ai sistemi desktop di rimanere ottime macchine produttive semplicemente sostituendo la scheda video. A ben vedere la stessa Apple applica questa filosofia in diversi prodotti, da Mac OS all’iPad, con ottimi risultati.
Gestione della licenza
Vi sono novità anche per quanto riguarda la gestione delle licenze. Ora è necessario abilitare un Adobe ID prima di iniziare il processo di installazione.
In pratica Adobe, a partire dalle versioni CS6 dei propri software, associa all’Adobe ID i numeri seriali delle varie licenze acquistate, trasformando quello che prima era una semplice registrazione facoltativa, in un centro di gestione dei prodotti acquistati con i resoconti delle proprie attività con adobe (dalle licenze, alle richieste di supporto, alle comunicazioni della software house); infine l’attivazione del prodotto avverrà via web, avendo però 7 giorni di tempo per effettuare la validazione del programma.
Come per la versione CS 5.5, Adobe propone la modalità Subscription, ovvero una quota annuale per avere i software sempre aggiornati, ma affiancherà la modalità Adobe Creative Cloud che offrirà gli stessi vantaggi della Subscription con in più l’accesso a servizi dedicati (quali ad esempio un servizio dia archiviazione online di 20 GB) e alla comunità Adobe.
Al momento del lancio di questo sistema di abbonamento, non saranno disponibili le applicazioni touch né Lightroom, sebbene i responsabili Adobe Italia ci hanno comunicato che questa mancanza verrà colmata in seguito.