Fino a qualche tempo addietro esistevano due versioni di Photoshop: la standard e la Extended, quest’ultima con integrata alcune funzionalità per la modellazione e il compositing 3D. Successivamente la versione Extended è scomparsa e le funzioni in questione integrate nell’applicazione principale di serie con la Creative Cloud. Con il diffondersi della stampa 3D, Adobe ha integrato funzioni specifiche per l’output verso questi dispositivi con gli ultimi aggiornamenti di Photoshop e al 3D Printshow di New York ha mostrato tre nuove funzioni che saranno disponibili prossimamente.
La prima è denominata “3D Mesh Simplification” è permette di modificare in modo semplice (tramite uno slider) il numero dei poligoni nei modelli velocizzando l’elaborazione e permettendo di sfruttare gli oggetti 3D su vari dispositivi. Sfruttando questa funzione, in pratica si ottengono performance migliori, si possono sfruttare funzioni di stampa e opzioni di condivisione. L’opzione è utile con le stampanti 3D a basso costo o per l’output verso dispositivi che non gestiscono un numero elevato di poligoni o che, ad ogni modo, non ha senso gestire in questo modo.
Altra novità è la funzione “3D bump maps”, una a tecnica di rendering dei materiali che aumenta la complessità degli oggetti realizzati senza effettivamente aumentare il numero di poligoni che compongono l’oggetto di partenza. Anche questa offre flessibilità, permettendo di controllare altezza e profondità di sbalzo e impronta, creando oggetti con texture 3d personalizzate.
Ultima novità per quanto concerne il 3D è il “Vertex color to texture conversion” un meccanismo che sfrutta la teoria dei grafi per la colorazione dei vertici in modo che nessuno dei due vertici adiacenti condivida lo stesso colore. In pratica la funzione rende possibile la conversione e l’editing dei colori creando delle texture. Il filmato allegato mostra alcune peculiarità di questa funzione.