Dieci anni dopo il primo iPhone. E’ in questa speciale occasione che anche Phil Schiller, vicepresidente per il product marketing a livello mondiale di Apple, ha raccontato qualche aneddoto nella lunga intervista rilasciata a Steven Levy per Backchannel, tra le visioni del compianto fondatore della società Steve Jobs e il merito di iPod nella riuscita dello smartphone che ci ha letteralmente cambiato la vita.
iPhone nasce come sistema chiuso, ma l’idea dura poco
«Ricordo quando ebbi un dibattito con Steve (Jobs) riguardo l’apertura di iPhone alla stregua del software del Mac». Tutto è cominciato con un sistema chiuso perché lui voleva che fosse così – racconta – per una questione di praticità. «E’ inutile continuare a discuterne, perché non possiamo avere un sistema aperto in questo momento» spiegava il convincente Jobs. «Forse cambieremo idea in seguito, oppure no, ma al momento la soluzione migliore è quella di offrire le nostre applicazioni integrate nel sistema e dare modo agli sviluppatori di realizzare applicazioni web». Poco dopo il lancio di iPhone, Apple aprì il dispositivo agli sviluppatori lanciando App Store (qui i dettagli sul lancio dello store).
E chi se lo aspettava…
«Quando abbiamo cominciato a lavorare su iPhone, avevamo già immaginato che i telefoni sarebbero cambiati per sempre. Ci eravamo fatti un’idea su come sarebbe stato navigare in rete attraverso il telefono, leggere e rispondere alle email, e sostituire completamente l’iPod. Ma quello che è davvero magico» ricorda Schiller «E’ che in tutto il suo percorso, iPhone è diventato anche il dispositivo più importante nella nostra vita».
Tutto merito di iPod
«Se non ci fosse stato prima l’iPod, non so se ci sarebbe mai stato l’iPhone». Questo lettore musicale – spiega – ha permesso ad Apple di avvicinare nuovi clienti, passando dall’essere un accessorio per il Mac ad avere una identità propria. Così Apple è cambiata, il suo marketing è cambiato. In quei giorni spopolavano gli annunci di iPod e cuffie bianche a contrasto con ballerini in silhouette. Arrivati ad un certo punto ci siamo chiesti «Bene. Se Apple può fare questo, ovvero qualcosa di diverso da tutti i prodotti precedenti, che cos’altro possiamo fare?».
«Quando cominciammo a lavorare su iPhone, ricordo che Steve ci disse che avevamo un vantaggio di cinque anni sui concorrenti. Questa si rivelò poi essere una dichiarazione molto precisa». Il mercato della telefonia cellulare e l’importanza degli smartphone attirò in questo settore diverse aziende che volevano entrare nel business ed assicurarsene una fetta. Alcuni hanno avuto successo – ricorda – mentre altri hanno fallito. La concorrenza è così.
Il prossimo grande prodotto è l’iPhone
«Arrivati a questo punto ognuno ha le sue opinioni, ma potremmo trovarci soltanto ai primi minuti del primo quarto di gioco. Credo che questo prodotto sia così grande da avere ancora molti anni di innovazione di fronte a sé». In questa fase Schiller ha inoltre fatto un confronto con gli assistenti digitali, mettendo sul piatto della bilancia Siri da un lato e Alexa di Amazon dall’altro, ritenendo che iPhone è ancora superiore rispetto a dispositivi dotati di assistente vocale per via del display, che si sta mettendo da parte seppur sia invece ancora una componente fondamentale. Il riferimento e all’integrazione di Amazon Alexa negli speaker e nelle auto: molti prevedono che sempre più spesso l’utente interagirà con gli assistenti vocali e i dispositivi usati passeranno in secondo piano, iPhone e smartphone inclusi.
«Stiamo sottovalutando il valore e l’importanza degli schermi. Alcune delle più grandi innovazioni avvenute su iPhone nel corso degli ultimi dieci anni sono avvenute proprio qui. Non è arrivato ancora il momento di buttare via il display. Ad esempio amiamo ancora scattare fotografie ed abbiamo bisogno di guardarle».
In definitiva per Schiller il passato, il presente ed il futuro di Apple, gira tutto intorno ad iPhone «Non è solo una parte fondamentale del nostro passato, ma è anche il nostro futuro».
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