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Schiller: app concorrenti di Tempo di utilizzo eliminate per tutelare la privacy

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Non ci sarebbe la volontà di togliere di torno pericolosi concorrenti nella scelta di eliminare alcune app offerte sull’App Store che replicavano funzionalità di “Tempo di utilizzo”, ma la necessità di tutelare la privacy dei clienti.

A spiegare in maniera che dovrebbe tranquillizzare partner e autorità la decisione che ieri ha suscitato perplessità e la protesta di diversi sviluppatori, è Phil Schiller in una risposta girata ad un cliente Apple che aveva scritto al proposito al CEO Tim Cook. Invece di Cook a rispondere al cliente della Mela, dice MacRumors, è stato Phil Schiller, probabilmente preoccupato dal fatto che della vicenda si era occupato il New York Times

ll Senior Vice President of Worldwide Marketing della Mela nella sua lunga lettera spiega che la rimozione di alcune di queste app è dovuta all’uso della tecnologia Mobile Device Management (MDM) di Apple, soluzione che consente di monitorare qualsiasi cosa fatta sui dispositivi ma che è pensata per tutt’altro scopo: supervisionare i dispositivi di una organizzazione o istituto didattico.

La funzione "Tempo di utilizzo" di iOS toffre un report dettagliato su come viene utilizzato il dispositivo, le app aperto e siti web visitati.
La funzione “Tempo di utilizzo” di iOS toffre un report dettagliato su come viene utilizzato il dispositivo, le app aperto e siti web visitati.

Schiller spiega che la soluzione di gestione dei dispositivi mobili (MDM) è destinata all’uso in ambito enterprise per gestire e controllare le installazioni sui dispositivi aziendali. L’uso alternativo della tecnologia MDM per monitorare il tempo di utilizzo dello schermo o per la gestione parentale solleva rilevanti preoccupazioni in materia di privacy e sicurezza.

«Posso assicurare che il team dell’App Store ha agito in modo estremamente responsabile al riguardo, aiutando a proteggere i nostri figli da tecnologie che potrebbero essere sfruttate per violare la loro privacy e sicurezza “, riferisce Schiller. «Dopo che conoscerà alcuni fatti, spero che converrà», dice al cliente.

«Purtroppo», prosegue Schiller, «l’articolo del New York Times al quale fa riferimento non riporta la nostra dichiarazione completa, né spiega i rischi che potrebbero aver messo a repentaglio i ragazzi se Apple non avesse agito. Apple supporta da tempo sull’App Store app che offrono funzionalità simili a ScreenTime su iOS per consentire ai genitori di gestire l’accesso alle tecnologie dei figli e continueremo a incoraggiare lo sviluppo di queste app. Sull’App Store si trovano molte grandiose app per i genitori, quali “Moment – Balance Screen Time” di Moment Health e “Verizon Smart Family” di Verizon Wireless».

«Tuttavia, nel corso dell’ultimo anno ci siamo accorti che alcune app per i controlli parentali usavano una tecnologia denominata Mobile Device Management o “MDM”, installando un Profilo MDM come metodo per limitare e controllare l’uso di questi dispositivi. MDM è una tecnologia che offre ad una terza parte accesso e controllo su molti dispositivi, concepita per consentire alle aziende di controllare i propri dispositivi, uno strumento di gestione per l’azienda che ha diritto su tutti i dati e l’uso dei suoi dispositivi. La tecnologia MDM non è intesa per consentire di accedere e controllare i dati e i dispositivi dei consumatori da parte degli sviluppatori ma le app che sono state rimosse facevano proprio questo. Nessuno, all’infuori del proprietario, dovrebbe ottenere accesso illimitato per la gestione dei dispositivi dei bambini, conoscere la loro posizione, tracciare l’uso delle app, controllare i loro account mail, la navigazione sul web, l’uso della fotocamera, l’accesso alle reti e avere anche la possibilità di cancellare in remoto i loro dispositivi. Inoltre, società specializzate in sicurezza, hanno dimostrato che sussiste il rischio di usare i profili MDM per attacchi hacker che potrebbero permettere l’installazione di app malevole sui dispositivi degli utenti».

«Il team dell’App Store ha indagato l’uso della tecnologia MDM da parte di alcuni sviluppatori di app per la gestione dei dispositivi dei ragazzi e dopo aver individuato i rischi da loro creati per la privacy e la sicurezza dell’utente, abbiamo chiesto a questi sviluppatori di non usare la tecnologia MDM nelle loro app. Proteggere la privacy e la sicurezza è un elemento fondamentale nell’ecosistema Apple e importanti linee-guida dell’App Store non consentono la creazione di app che potrebbero costituire una minaccia per la sicurezza e la privacy del consumatore. Continueremo a fornire funzionalità come ScreenTime, progettata per aiutare i genitori a gestire l’accesso ai dispositivi dei loro figli, e lavoreremo con gli sviluppatori per offrire tante grandi app per questo scopo sull’App Store sfruttando tecnologie che siano sicure e tengano conto della riservatezza per noi e per i nostri bambini”.

Resta ora da vedere se i creatori di due app denominate Kidslox and Qustodi, che il 25 aprile hanno presentato una denuncia in materia di concorrenza presso l’UE e Apple, ritireranno la loro azione. Cupertino rischia di dover passare l’esame della Commissione, come già accaduto con Shazam. A norma del regolamento UE sulle concentrazioni, la Commissione europea ha autorizzato solo dopo un esame la proposta di acquisizione di Shazam da parte di Apple, poiché ha concluso che la fusione non influisce negativamente sulla concorrenza nello Spazio economico europeo (SEE) o in una sua parte sostanziale.

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