Sviluppatori, volete guadagnare? Pensate ad abbonamenti per le vostre app. Il consiglio arriva da Phil Schiller, Senior Vice President Worldwide Marketing di Apple, che parlando in occasione dell’apertura dell’Acceleratore per lo sviluppo di App in India, è stato intervistato da Gadget360.
Oltre ad avere espresso la sua opinione in merito agli speaker domestici “intelligenti” che rispondono alle domande degli utenti dialogando con la voce, il dirigente di Apple ha provato anche a rispondere alle perplessità degli sviluppatori di app che da sempre lamentano alcuni limiti intrinseci dell’App Store, come ad esempio, l’impossibilità di proporre aggiornamenti a pagamento.
Avremo modo in futuro di vedere meccanismi che consentono i proporre a pagamento app aggiornate? “Il motivo per il quale non lo abbiamo ancora fatto”, ha spiegato Schiller, “è che si tratta di qualcosa di più complesso di quanto molti immaginano, anche se pensare a risolvere problemi complessi è nostro dovere, l’App Store ha raggiunto così tanti obiettivi di successo senza questa funzione perché il suo modello commerciale ha senso per gli utenti”.
Schiller non nega, forte anche della sua esperienza (proviene da Macromedia) che ci siano elementi da tenere in considerazione nelle problematiche che gli sviluppatori avanzano, ma «se per alcuni il modello di che risale ai tempi del software venduto nelle scatole rappresenta un ostacolo, per altri non è parte del futuro verso il quale stiamo andando”.
“Credo” ha aggiunto Schiller, “che per molti sviluppatori il modello di distribuzione con gli abbonamenti sia una soluzione migliore, cercheremo comunque di trovare un modo di integrare funzionalità, e proporre prezzi diversi per gli upgrade rispetto a quelli applicati ai nuovi utenti”. “Non sto dicendo che questo non rappresenti un valore per alcuni sviluppatori, ma per molti questo modello non è importante; è una sfida”. “Se si guarda all’App Store tutto questo richiederebbe tanta parte ingegneristica, a discapito di altre funzionalità che potremmo proporre”.
“Ad esempio l’App Store propone un prezzo stabilito per un’app quando la vedete. Quello è il prezzo applicato. Non propone prezzi diversi per categorie differenti di utenti. Non è impossibile da realizzare ma richiede molto lavoro per un piccolo segmento di software da proporre a utenti ai quali sarebbe meglio proporre l’abbonamento, un modello con il quale gli utenti si sentono a loro agio”. “Continueremo ad ogni modo a parlare con gli sviluppatori per capire cos’è importante per loro, vogliano che continuino a farci sapere se il problema del prezzo delle app aggiornato è in cima alla lista dei problemi; non escludiamo nulla su questo versante, ma è più difficile di quanto le persone immaginano”.