Mancano ancora 1.529 firme nel momento in cui scriviamo per provare ad annullare la tassa imposta dalla SIAE sui dispositivi elettronici di cui la nostra redazione vi tiene informati da circa una settimana. Come ricorda lo stesso sito “oltre 5 euro per uno smartphone, 9 su una chiavetta e fino 20 per un hard disk” è il rincaro dei prezzi dovuto all’equo compenso che, di fatto, grava sul consumatore.
A conferma di ciò il recente aumento dei prezzi di iPhone, iPad e Mac che, così come quello che avverrà per i dispositivi di altre aziende, potrebbe essere eliminato definitivamente grazie alla petizione di AltroConsumo disponibile a questo indirizzo che, raggiunte le 35.000 firme, verrà sottoposta al TAR per chiedere al Governo di fare marcia indietro ed eliminare la tassa prevista dal decreto del ministro Franceschini.
Per l’associazione si tratta di una tassa iniqua: chi acquista musica e film legalmente da piattaforme online paga già i diritti d’autore per poterne fruire e fare copie su un certo numero di supporti: è profondamente ingiusto che paghi una tassa anche su questi stessi supporti, trovandosi così a pagare due volte. Anche se la SIAE sostiene che la tassa è presente in tutta Europa, abbiamo già disquisito l’argomento scoprendo che in realtà così non è, dimostrando come l’economia digitale del nostro Paese venga penalizzata in un momento in cui si dovrebbe piuttosto cercare di guardare al futuro.