Quando chi firma questo articolo ha cominciato a scrivere di cose relative ad Apple, era un’epoca in cui il personal computer ancora non aveva raggiunto livelli di penetrazione di oggi. Figuriamoci tablet e smartphone, che non esistevano. Era un’epoca in cui l’innovazione si poteva vedere da lontano, in cui le cose importanti che succedevano avevano il potenziale di cambiare le nostre vite. E lo hanno fatto.
La traiettoria di Apple si è dimostrata una delle più importanti del nostro secolo: non era scontato ma è successo. Le singole innovazioni che quest’azienda è riuscita a mettere insieme e a portare sul mercato sono tra le più significative del nostro tempo. Evidentemente in campo informatico non è stata l’unica, ma certamente non c’è stato nessun altro capace di fare di più. Il merito di Steve Jobs, e dei suoi collaboratori.
Lunga introduzione per parlare di un’altra azienda, Tesla. Un’azienda che produce auto elettriche. Un’azienda americana, anzi californiana, che tutti davano per essere poco più di un giocattolo, ma che si sta rivelando qualcosa di completamente diverso. Si sta rivelando un’azienda realmente innovativa e sta davvero cambiando le carte in tavola.
Avete letto le cronache del lancio della model 3 su Macity, e se andate a vedere anche i commenti ci trovate tanta divisione e polarizzazione di opinioni: tanta passione e tanto apprezzamento ma anche tante critiche. Tesla in qualche modo unisce ma anche divide. Vi ricorda qualcosa?
Sappiamo entro certi limiti come funziona l’industria automobilistica, sappiamo che ruolo innovativo abbia avuto all’inizio del novecento, ma sappiamo anche come abbia perduto completamente la sua capacità di innovare e quale sia stato l’impatto in realtà deleterio che ha avuto sullo sviluppo della nostra società, delle nostre città, e che impatto ha avuto anche sulla nostra stessa salute.
L’automobile è un mito, artificialmente costruito dei suoi grandi produttori: è simbolo di libertà, è simbolo della possibilità di andare dove si vuole, il cavallo del cowboy, ma è anche una cosa completamente diversa, nella realtà dei fatti. È uno strumento che inquina, che devasta l’ambiente, che rende le città e i corsi stradali assolutamente pericolosi. Non è efficiente né il motore termico nè la rete stradale che lo veicola. Anni fa uno scrittore di fantascienza americano aveva scritto un racconto in cui immaginava un pianeta dominato dal culto di una oscura divinità sporca e fumosa, puzzolente, che pretendeva centinaia di migliaia di sacrifici umani ogni anno. Quella divinità era l’automobile che inquina, pericolosa, che uccide, che devasta anche l’ambiente e il panorama.
Al di là della retorica contro le automobili, bisogna anche guardare i dati di fatto: il tasso di innovazione dei produttori di automobili è bassissimo, quello che hanno fatto è stato continuare a perfezionare prodotti già esistenti ma senza curarsi di quale impatto potessero avere sull’ambiente. E anche la soluzione delle automobili ibride è in realtà una non soluzione. È un modo gattopardiano per cambiare solo qualcosa cercando di non cambiare nulla. Non a caso il cambiamento sta avvenendo tutto da un’altra parte.
Sono Google, forse Apple e qualche altra azienda quelle che stanno provando a costruire le auto elettriche che si guidano da sole. Ma soprattutto è Tesla che le auto le ha costruite veramente: auto completamente elettriche senza legami e legacci con quelle dei produttori tradizionali, che sono legati a un modello di business e a una sensibilità nei confronti dell’ambiente, dei cicli industriali e della sicurezza che ormai diventato un relitto del passato. Un relitto pericoloso sul quale ci sono anche incagliati.
Quello che ha fatto Tesla, e l’imprenditore che la fondata, è stato a portare avanti un piano logico e razionale di crescita, iniziando dalle auto più costose ed esclusive che potessero garantire un ritorno tale da finanziare l’innovazione progressiva e realizzare macchine via via sempre più performanti alla portata di tutti: con la Tesla 3 questo succede adesso, cioè entro due anni.
Il ritorno da parte del mercato è impressionante. Preordini per quasi nove miliardi di dollari di valore, quasi mezzo miliardo già in cassa. Chi scrive ha avuto la possibilità di vedere, toccare e provare la Tesla S. E ha avuto una sensazione fortissima, che forse vale la pena di condividere, come già in rete è successo con altri che hanno avuto la stessa opportunità. Perché la sensazione, pur con tutti i limiti e le prime indecisioni di una innovazione ancora al suo esordio, in realtà è gigantesca: siamo di fronte a una gigantesca rivoluzione. Una rivoluzione che cambia l’idea stessa di mobilità e che sarà quella, reale e non gonfiata del capitale di ventura e dai sogni dei futurologi, che vedremo durante la nostra vita. E sulle nostre strade.
La Tesla S è una macchina che difficilmente trova paragone con le berline di fascia alta attualmente in circolazione. A modesto avviso di chi scrive, non c’è paragone con una Mercedes, o con una BMW. Per non parlare delle auto nostrane. La qualità, il livello, la potenza, la affidabilità, ma anche le tante innovazioni, a partire dalla possibilità di aggiornare il software e di aggiungere da remoto sempre nuove funzioni, rendono la Tesla una macchina pensata da teste completamente diverse che però sanno anche come si fa a fare automobili. Il contrario, cioè teste che sanno fare le automobili ma innovano con la tecnologia, a quanto pare non ce ne sono.
Al ritorno da una breve gita in California con il possessore di una di queste automobili, in realtà poco più di un’ora di marcia, possiamo dire serenamente una cosa: chi scrive non posside un’automobile convenzionale e non ha intenzione di comprarla. Ma quando avrà la disponibilità e il tempo e l’opportunità, se dovesse comprarne una sarà sicuramente una Tesla o qualcosa che sia paragonabile a questa macchina. E quel che pensiamo noi lo stanno pensando centinaia di migliaia se non milioni di persone. Rendetevene conto: è un dato di fatto. Le rivoluzioni si fanno così. Noi che conosciamo bene la Apple, lo sappiamo.