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Lidl si lancia nel cloud computing, perché per l’Europa è una buona notizia

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Schwarz Group, il gruppo tedesco che controlla il gigante del discount Lidl, ha fatto una mossa apparentemente imprevedibile: si è lanciato nel settore del cloud computing.

Fondato da Dieter Schwarz, 84 anni, uno dei più ricchi cittadini europei, il gruppo omonimo in realtà è da tempo attivo in tantissime attività che hanno a che fare con l’ICT. Sia perché è strumentale alla logistica e gestione dei suoi supermercati discount, sia perché è un settore promettente dove ha senso investire. E il cash non manca a Schwarz, che ha un patrimonio personale stimato attorno ai 40 miliari di euro.

La tecnologia di Schwarz

In realtà, la manovra di Schwarz Group è iniziata con una serie di acquisizioni. Nel 2021 per esempio il gruppo, che all’epoca era il quarto al mondo, ha comprato XM Cyber, società specializzata in pen-test per la cybersecurity. Pagata la bellezza di 700 milioni di euro, l’azienda israeliana è uno strumento fondamentale per internalizzare la componente di verifica della cybersicurezza, elemento chiave per un business che fa dei suoi sistemi digitali di pianificazione delle risorse ERP la chiave del contenimento dei costi e quindi del suo successo.

Nel 2023 il gruppo però ha anche investito pesantemente in Aleph Alpha, startup tedesca per la AI generativa, staccando un assegno collettivo da 500 milioni di euro con Bosch e altri investitori. Anche qui, la chiave non è tanto la AI quanto il settore applicativo dove Aleph Alpha opera: protezione dei dati e strumenti per la cybersicurezza.

I datacenter di Lidl

Arriviamo finalmente al 2024 e scopriamo che già da un anno gli investimenti (mai completamente svelati prima) di Schwarz nel settore dei data center interni hanno una plusvalenza di capacità che viene rivenduta ad aziende di primo livello.

Un cliente ad esempio è Sap, il colosso tedesco degli ERP. Un altro il Bayer Monaco, e un terzo il porto di Amburgo. Aiuta il fatto che, essendo tedesca, l’azienda di Schwarz segue alla perfezione tutte le normative sul cloud sovrano che in Germania e Austria sono non solo obbligatorie ma anche fortemente volute dagli imprenditori.

Perché per l’Europa è una buona notizia se Lidl si lancia nel cloud computing
Jürgen Müller (CTO SAP SE), Rolf Schumann (CEO di Schwarz Digital) e Thomas Saueressig (Board Member Product Engineering di SAP SE). Foto di Lukas Lowack/SAP SE

Un business non da poco

Comunque, l’attività “secondaria” di Schwarz nel 2023 ha generato 1,9 miliardi di euro di fatturato “prestando” capacità non utilizzata dei suoi centri di calcolo ai clienti, previo pagamento pay-per-use.

La creazione di questo mercato è stata possibile a seguito di una profonda riorganizzazione interna che ha seguito una scelta architetturale che è anche filosofica: come fece prima di lei Amazon, Schwarz ha creato una società nella società che si occupa di erogare servizi cloud ai differenti dipartimenti del gruppo. Lo fa come se fossero suoi clienti e tutto internamente funziona in questo modo.

La cosa permette, come ha in realtà già permesso ad Amazon, di avere anche veri clienti esterni, perché l’infrastruttura è completa e pronta ad accettare carichi di lavoro da altri: le funzionalità vengono esposte tramite API e ambienti per macchine virtuali, consentendo quindi a tutti di lavorare perfettamente alla pari.

La scelta dietro all’investimento

“Non abbiamo iniziato – ha detto al Financial Times Christian Müller, co-amministratore delegato di Schwarz Digits – con una motivazione commerciale, ma volevamo solo soddisfare le nostre esigenze. Siamo su un percorso di crescita molto ripido”.

Schwarz è un’azienda privata con un fatturato annuo di 167,2 miliardi di euro. Ha iniziato a esplorare nuove opzioni per l’archiviazione dei dati con un obiettivo culturale prima ancora che di business, tecnologico o normativo: “non voleva dipendere da terzi”, ha detto Müller.

E se non c’era un’opzione tedesca, Schwarz voleva almeno utilizzare un fornitore europeo ed evitare di archiviare i dati in altre giurisdizioni. Dopo aver concluso che nessun fornitore esistente era in grado di soddisfare le sue esigenze, l’azienda ha deciso di creare un proprio servizio cloud.

La riservatezza dei dati

“Abbiamo un sacco di dati altamente sensibili”, ha detto Müller. Ci sono infatti i modelli di vendita dei singoli negozi, i calcoli dei prezzi, le informazioni sui clienti del programma di fidelizzazione di Lidl e i dettagli dei 575 mila dipendenti del gruppo.

Quando Lidl ha messo in funzione il proprio cloud, ha anche scoperto che altre aziende tedesche si ponevano le stesse domande sull’opportunità di utilizzare i più grandi servizi cloud con sede negli Stati Uniti e in Cina.

Brexit e il resto di noi

Per il Financial Times, quotidiano finanziario britannico (cioè del Paese che è uscito dall’UE proprio perché dissentiva sui temi di sovranità e di legislazione) la questione in Europa è molto sentita. Secondo la dichiarazione che il giornale ha raccolto da parte di Johannes Helbig, professore di sovranità digitale presso l’Università di Erlangen-Nürnberg: “È estremamente importante che l’Europa sia all’avanguardia nella tecnologia dell’informazione e in grado di fornire tali servizi. L’approccio del Gruppo Schwarz è importante e molto apprezzato e un modello di comportamento molto incoraggiante perché stimola in questa direzione anche altre imprese europee”.

Intanto, Schwarz ha trovato come fatturare quasi due miliari di euro all’anno anziché avere una spesa viva per la propria dotazione tecnologica di rete. E adesso ha anche quel vantaggio che gli permetterà di diventare uno dei principali attori nel mercato europeo. Con buona pace di chi si affida sempre e solo ai “soliti” americani e ai “soliti” cinesi. Il lavoro quasi decennale di “spinta” e convincimento, a suon di incentivi e di normative, da parte dell’Unione europea, a quanto pare sta finalmente pagando.

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