Nonostante l’enorme potenza di calcolo degli ultimi smartphone o tablet (e anche dei nuovi Mac con M1), quella che è la tendenza degli ultimi anni, una crescita quasi esponenziale dello spazio di archiviazione necessario per ogni singolo utente, continua ad essere un problema per molti.
Se su un computer il problema può essere (parzialmente) risolto con un disco esterno USB o Thunderbolt, su di uno smartphone le alternative sono decisamente meno pratiche: c’è il cloud, certo, quello di Apple o uno dei vari Dropbox, OneDrive o Google Drive, ma a costi spesso importanti e la cui quantità è limitata a 2 TB (per più spazio serve optare per soluzioni business molto più costose).
Su un Mac o PC Windows la soluzione di un disco esterno è comunque parziale perché i dati sono limitati a quel computer, e la condivisione necessita sempre di un collegamento fisico.
La risposta
Un NAS oggi è una risposta più semplice, concreta, economica, interessante e davvero ricca di opportunità se consideriamo tutte le capacità offerte oggi anche dai modelli più economici. Dal singolo utente al piccolo ufficio.
Nati come piccoli server da ufficio, oggi i NAS possono sostare tranquillamente anche in casa, in salotto o in camera da letto (con le dovute attenzioni, come vedremo) o in ufficio, raggiungibili comunque da qualunque posto nel mondo.
La loro principale caratteristica, quella di essere indipendenti da un utente o da una postazione, li rende particolarmente ideali per chi ha bisogno di accedere ad un servizio senza però sapere a priori quando, dove e da che dispositivo.
Anche il fatto di essere agnostici rispetto alla piattaforma li rende ideali per essere utilizzati tanto da Mac o PC quanto da iPhone, iPad o Android o, al limite, anche da altri NAS o veri e propri server, in progetti più strutturati quando l’ufficio decide di crescere e optare per un server vero e proprio, laddove il NAS può ridurre l’esistenza ad un serbatoio di spazio controllato.
Abbiamo qui elencato alcune funzioni o servizi nei quali un NAS è essenziale e può fare davvero comodo, sia in casa che in ufficio, considerando i pro e i contro rispetto ad una soluzione locale: nell’articolo abbiamo preso come esempio l’Asustor AS6604T Lockerstor 4 che abbiamo recensito da poco, ma il discorso vale un po’ per tutti i NAS.
Backup
La prima soluzione è ovviamente un backup: la regola che i dati devono stare sempre in due posti (l’evidenziazione non è un caso) vale oggi come una volta. Questo significa che la crescita dello spazio a disposizione nel vostro Mac o iPhone, deve essere coperta da un backup costante, automatico e su un device diverso e sempre raggiungibile.
Sia che vi affidiate ad un sistema automatico come Time Machine di macOS che ad una App di terze parti, l’idea di effettuare il backup su di un NAS è molto più pratica di un disco fisso USB.
Prima di tutto perché lo potete fare sempre, basta essere nella stessa rete del NAS (Time Machine, ad esempio, si avvia in automatico una volta all’ora, cerca il disco e invia i file modificati in completa trasparenza).
In secondo luogo, se avete due o più computer in casa o in ufficio, basta un solo NAS che centralizzi tutti i backup in un solo punto. Quando lo spazio sarà finito, basterà aumentarlo, centralizzando i lavori.
Allo stesso modo, se avete effettuato un backup in rete, il ripristino può essere effettuato anche da altri computer, al volo senza dover muovere il disco di backup.
Archivio
Ovviamente un NAS può fare anche da archivio attivo, oltre che da backup. Mettere in file online significa metterli a disposizione di diversi utenti, che possono copiarli o modificarli a volo senza disturbarvi.
Se avete tutti i dati sul vostro computer o su un disco USB collegato al computer, e ad un utente serve uno di questi file, deve giocoforza chiedervelo, oppure attivare una condivisione, che nel mentre può influire sulle prestazioni del Mac o PC. Peggio, se il computer è spento, la condivisione non funziona.
Di contro, la condivisione è da sempre una delle armi vincenti di un NAS, perché non disturba chi lavora sul proprio computer, mentre gli altri attingono agli stessi documenti.
Un archivio su un NAS è sicuro dal punto di vista della ridondanza dei dati, perché è protetto da sistemi RAID che offrono, a seconda delle esigenze dell’utente, velocità o ridondanza, ma anche un backup dei dati su più dischi, in modo automatico magari di notte, senza disturbare nessuno.
E con dischi da 18 TB, è semplice avere sino a 36 o 72 TB disponibili in linea, condivisibili e con documenti facilmente recuperabili anche da smartphone.
Centro multimediale
Qui a Macitynet abbiamo parlato diverse volte di Plex, un meraviglioso servizio che permette di avere una specie di Netflix sempre disponibile, su qualunque dispositivo, ma invece delle serie TV, con i propri video e foto personali, oltre che alla musica.
Certo, oramai l’iPhone 12 Max consente di avere sino a 512 GB di spazio disponibile, più altri 2 TB con iCloud per foto e video, ma con un NAS potete arrivare a molto di più, potendo avere in linea praticamente tutti i film della vostra vita, anche in formato non compresso, come tutte le foto in RAW facilmente reperibili tramite internet alla portata di un clic.
Ricordiamo che Plex si occupa di configurare il router in fase di impostazione, per poter essere usato dall’esterno. L’App si usa gratuitamente con possibilità limitate, ma si sblocca a 4,99 Euro al mese o con 119,99 Euro una tantum.
E per chi non vuole spendere, spesso i NAS offrono sistemi integrati totalmente gratuiti: Asustor, ad esempio, offre il nuovo PhotoGallery 3 + AiFoto 3.0 (ancora in beta), che permettono di creare gallerie di foto online, da condividere con parenti e amici, che ricevono un link dove poter consultare le foto delle vacanze direttamente online.
Anche a livello business può essere comodo: pensate ad un fotografo che può condividere le foto di un matrimonio o un album fotografico con un cliente online, per approvazione o appunto per dargli modo di condividerlo con amici e parenti.
Oppure un professionista che condivide foto o rendering dei lavori con un cliente per mostrarli lo stato dei lavori.
Non solo archiviazione
Per anni i NAS sono stati considerati un centro nevralgico per l’archiviazione (attività che è ancora principale), ma la loro evoluzione negli ultimi tempi è passata per altre strade. ADM 3 ad esempio, il sistema operativo di tutti i NAS Asustor, offre un App Store completo e competitivo per molte soluzioni.
Se il NAS è connesso ad un IP Pubblico, non è difficile costruire un negozio elettronico pienamente controllato dal NAS, un hosting per siti web (che possono diventare anche web App, grazie alla tecnologia Docking), possibilità di virtualizzare veri e propri sistemi operativi Linux e Windows 10 (tecnicamente non sarebbe impossibile neppure con macOS, ma la licenza non lo permette) ed infine anche giochi: ADM permette infatti di installare progetti come Minecraft.
Durante la recensione dell’Asustor AS6604T Lockerstor 4 abbiamo sottolineato la bellezza di Asustor Live, una App che permette lo streaming gratuito di un flusso video da Mac, PC o smartphone su più piattaforme contemporaneamente (Facebook, YouTube, Twitch, nstagram e Restream), possibilità che si può fare anche con alcuni software online, ma a pagamento, mentre qui è totalmente gratuita e slegata dal device.
Perché un NAS e non un Mac o PC?
La domanda sorge spontanea: un NAS può fare diverse cose che può fare il computer di casa, e viceversa. Vale quindi la pena acquistare un NAS o invece meglio spendere su un nuovo computer?
La risposta è semplice: NAS e computer sono device davvero diversi, del tutto complementari. Uno si usa direttamente e uno indirettamente, uno si accende e si spegne, l’altro tipicamente è sempre acceso e sempre pronto, l’uno controlla il secondo via browser (o via App, dipende).
Chi ha provato un NAS, e i servizi correlati (quindi non solo archiviazione), difficilmente torna indietro e oltre a rendere più semplice e fruttuosa la gestione dei documenti tra iPhone, Mac, PC o Android, proietta una luce diversa sulla prospettiva di cambiare hardware, perché il carico del lavoro non è più solo sui computer o sui device, ma è anche sul server.
Una obsolescenza quindi più lenta, che rivaluta anche i vecchi device: un iPad Air di prima generazione, ad esempio, con Plex oggi è un eccellente device per guardasi film e foto archiviate sul NAS, anche se non può gestire più le App presenti sullo store (perché il processore non è abbastanza potente), mentre pere la riproduzione può contare sulla transcodifica in tempo reale eseguita dal NAS proprio per quel device.