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Perché Apple si è portata a casa Pixelmator e può dare scacco matto ad Adobe

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C’è qualcosa di speciale nel modo con cui Apple fa le sue acquisizioni: quasi mai compra per comprare, né per mettere le mani su una quota di mercato. Invece, l’azienda californiana punta sempre a integrare nella sua struttura pezzi di tecnologia che le mancano e che altri hanno saputo sviluppare meglio.

È successo con SoundJam MP che è diventato iTunes, con AuthenTec che ha permesso di realizzare il Touch ID, e adesso sta succedendo con Pixelmator. L’acquisizione dell’azienda lituana, annunciata in maniera quasi casuale sul blog aziendale, è la mossa che mancava per sfidare Adobe nel suo territorio d’elezione: l’elaborazione professionale delle immagini.

L’annuncio che non ti aspetti

Il piccolo team lituano che ha creato uno degli editor di immagini più brillanti per Mac sta per entrare nella famiglia di Cupertino. L’annuncio, fatto con la consueta sobrietà nordeuropea, ha colto tutti di sorpresa. La notizia è arrivata dal blog aziendale dei lituani con la stessa semplicità con cui si comunica un aggiornamento software. Le implicazioni di questa mossa sono però enormi e potrebbero cambiare gli equilibri del mercato del software professionale.

Per l’azienda lituana è un vero salto quantico: si passa dal garage di Vilnius ai corridoi di Cupertino. E che corridoi. Pixelmator è stata una delle storie di successo più significative dell’ecosistema Mac degli ultimi quindici anni. Dal 2007 l’azienda ha dimostrato come si possa fare concorrenza ai giganti del settore partendo da zero. Il team ha creato un software che è diventato il punto di riferimento per chi cerca un’alternativa ad Adobe. La loro capacità di innovare e di sfruttare al meglio le tecnologie Apple li ha portati a vincere numerosi premi e riconoscimenti.

Alla base c’è una semplice intuizione: costruire sopra le tecnologie di base di Apple, sfruttando quello che l’azienda da anni mette a disposizione degli sviluppatori terze parti. E farlo rispettando anche le logiche oltre che le linee guida di Apple. L’attenzione maniacale ai dettagli e la ricerca della perfezione sono tratti che accomunano Apple e Pixelmator. Le interfacce pulite e intuitive nascondono funzionalità potenti e sofisticate. L’ottimizzazione per l’hardware Apple è sempre stata una priorità assoluta. La filosofia condivisa ha reso Pixelmator l’esempio perfetto di come dovrebbe essere un’app nativa per Mac.

La strategia dei piccoli passi

Apple non sta comprando solo un’applicazione ma sta acquisendo un team che ha dimostrato di saper sfruttare al meglio i framework nativi. La competenza nell’utilizzo delle tecnologie Apple è un asset fondamentale. L’integrazione di questo know-how potrebbe accelerare lo sviluppo di nuove funzionalità per tutto l’ecosistema fotografico di Apple.

Dal 2014, da quando cioè Apple ha dismesso la sua app Aperture, è mancata un’applicazione professionale per la fotografia nel catalogo di Cupertino. Photomator ha dimostrato che è possibile creare un’alternativa moderna e potente. Le competenze del team potrebbero essere la chiave per riportare Apple nel mercato professionale della fotografia.

Il modo in cui Photomator si integra con iCloud Photos a detta di tutti è un esempio di come dovrebbe funzionare il software nell’ecosistema Apple. La gestione delle librerie fotografiche è trasparente e efficiente. L’esperienza utente è fluida e naturale, dimostrando una profonda comprensione delle esigenze degli utenti Apple.

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Uffici di Pixelmator a Vilnius. Immagine di Pixelmator

Il futuro è già scritto

L’app Foto di Apple potrebbe evolvere incorporando le funzionalità avanzate di editing di Photomator. Ma anche la possibilità di vedere una nuova app professionale per la fotografia non è da escludere. Il team di Pixelmator potrebbe essere la chiave per portare funzionalità professionali a un pubblico più ampio.

Il senso profondo però è un altro, che a San José risuona con grande chiarezza. Per la prima volta Apple potrebbe avere gli strumenti per sfidare direttamente il dominio di Adobe. Le app native ottimizzate per Apple Silicon rappresentano un vantaggio competitivo significativo. La possibilità di offrire un’alternativa integrata nell’ecosistema Apple potrebbe cambiare gli equilibri del mercato.

Una chiacchierata con gli sviluppatori di Pixelmator
Uffici di Pixelmator a Vilnius. Immagine di Pixelmator

L’intelligenza artificiale come asso nella manica

Le competenze del team Pixelmator nell’elaborazione delle immagini sono preziose soprattutto nell’era dell’AI. L’integrazione di funzionalità di intelligenza artificiale nelle app fotografiche di Apple potrebbe accelerare oltre al passo che già adesso vediamo.

È il paradosso dell’ultimo arrivato (cioè Apple, in forte ritardo con l’AI), che ha la possibilità di prendere le tecnologie più moderne e più muove perché non è appesantita dal debito tecnologico degli investimenti precedenti. L’opportunità sta tutta nella capacità di gestire elaborazioni complesse in modo efficiente su Apple Silicon sviluppata in Lituania: potrebbe essere un punto di svolta.

Le immagini sono il nuovo linguaggio

Ma non è solo un grande recupero in uno dei tanti settori nei quali Apple e gli altri big sono presenti. È anche il settore in quanto tale ad essere determinante. In un mondo dominato dalla comunicazione visiva, Apple si assicura tecnologie chiave. La capacità di elaborare e gestire immagini in modo professionale è sempre più importante. L’acquisizione di Pixelmator posiziona Apple in modo strategico per il futuro della creatività digitale.

La mossa di Cupertino dimostra ancora una volta la capacità dell’azienda di individuare e acquisire tecnologie strategiche per il proprio futuro. Come iTunes ha rivoluzionato il modo in cui ascoltiamo la musica, l’integrazione di Pixelmator potrebbe cambiare il modo in cui gestiamo ed elaboriamo le immagini. La sfida ad Adobe è appena iniziata, ma questa volta Apple ha tutte le carte in regola per ribaltare i pronostici.

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