E’ ovviamente una provocazione, ma Cupertino avrebbe più di una buona ragione per desiderare il flop al botteghino di Steve Jobs, il film sulla biografia ufficiale del guru della Mela scritta da Walter Isaacson. Il motivo è ben sintetizzato da Chris O’Brien di Venture Beat: l’opera diretta da Danny Boyle e scritta da Aaron Sorkin potrebbe mettere nuovamente in cattiva luce la figura di Steve Jobs e di conseguenza avare un impatto negativo sul brand della Mela.
Osservando il primo trailer ufficiale emerge come Sorkin abbia attinto a piene mani dalla biografia ufficiale Walter Isaacson: il libro – l’unico, ricordiamo, autorizzato dallo Stesso Steve Jobs e per questo considerato unica biografia ufficiale – è stato sovente accusato dai giornalisti ed addetti ai lavori più vicini al mondo Apple (forse anche un po’ più “fanboy”), di concedere troppo spazio al “lato oscuro di Steve Jobs”, dando eccessivo risalto alle spigolature e alle più note caratteristiche controverse del suo carattere (irascibilità, boria, superbia e cinismo, per citarne alcune), relegando in secondo piano le sue doti imprenditoriali e il suo piglio visionario, e attribuendo infine alcuni dei suoi successi più al caso e alla circostanza che al suo merito.
Lo stesso copione sembra emergere dal trailer ufficiale del film, che sommariamente riprende la maggior parte di queste tematiche lasciando presagire un opera dedicata ad mettere a nudo gli aspetti meno edulcorati della personalità di Steve Jobs.
Il tono del film è ben anticipato nel primo scambio del trailer:”Cos’è che fai? Non sei un ingegnere, non sei un designer, non sei capace di piantare un chiodo con il martello, io ho realizzato il circuito stampato, l’interfaccia grafica è stata rubata, perciò come è possibile che diecimila volte al giorno leggo che Steve Jobs è un genio. Cos’è che fai?” chiede provocatoriamente Steve Wozniak (Seth Rogen) a Steve Jobs (Michael Fassbender) che risponde con presunzione: “I musicisti suonano i loro strumenti; io dirigo l’orchestra”.
Questa “interpretazione” di Steve Jobs, come è noto, non è piaciuta ad Apple: l’azienda ha iniziato da alcuni mesi a sottostimare e biasimare l’opera di Walter Isaacson (Cook la definì un “tremendo disservizio” per l’immagine di Apple), proponendo in alternativa come biografia ufficiale (sebbene non lo sia) il libro Becoming Steve Jobs, scritta da giornalisti Brent Schlender e Rick Tetzeli con la collaborazione di Apple stessa, libro che introduce una visione più bonaria e forse un po’ più “agiografica” riguardo alla figura del co-fondatore della Mela.
Se il film Steve Jobs dovesse avere successo (le premesse ci sono tutte), il trionfo al botteghino potrebbe trasformarsi in un “incubo” per Apple e per l’immagine che lo Steve Jobs rappresentato dalla triade Sorkin, Boyle e Fassbender potrebbe restituire ad un pubblico molto più ampio ed esposto rispetto a quello raggiungibile da un libro.
Certamente Apple non potrà boicottare il film sul suo co-fondatore, ma è possibile che in molti a Cupertino attendano il 9 ottobre (data di distribuzione nelle sale) incrociando le dita e sperando che qualcosa vada storto.