Le app per le previsioni meteo non sono tutte uguali. Ne esistono centinaia, forse anche migliaia ma ogni utente è legato alla sua. C’è chi usa semplicemente l’app di serie nel telefono, altri preferiscono app di terze parti, anche a pagamento, in grado di mostrare dettagli e informazioni complesse, non visualizzate dalle app standard.
Tutte queste app – spiega The Atlantic – offrono previsioni tenendo conto di dati che arrivano da fonti comuni quali la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) o il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (European Centre for Medium-Range Weather Forecasts), riferimenti che offrono grandi archivi con dati numerici di previsioni del tempo.
I meteorologi che si occupano di previsioni tengono tipicamente conto di modelli matematici e dell’esperienza acquisita per redigere bollettini, e allo stesso modo gli sviluppatori di app usano un insieme di algoritmi, e in alcuni casi anche delle indicazioni di esperti del settore per le previsioni.
Tipicamente le previsioni meteo tendono a essere analoghe tra le varie app ma può capitare che app simili indichino situazioni diverse tra loro o differenti da quanto indicato nelle trasmissioni meteo in TV; le previsioni che si rivelano errate sono un brutto colpo per la fedeltà degli utenti e bastano pochi errori per instillare nell’utente la convinzione che l’app è inaffidabile, dimenticando la maggior parte delle volte che le previsioni (che dovrebbero essere prese come tali, appunto “previsioni”) si sono rivelate corrette.
Le previsioni possono essere sbagliate per vari motivi, compresi la vastità dei dati a disposizione, la precisione dei modelli di riferimento, la presenza o meno di aree di alta pressione o profonda bassa pressione, lo spostamento di flussi di aria, ecc. In altre parole la meteorologia è per sua natura incerta e non è sempre facile tenere conto di situazioni locali con ovvie ricadute nell’evolversi del meteo.
“L’80% dell’anno, un’app per le previsioni meteo funziona bene”, riferisce Matt Lanza, meteorologo del Space City Weather di Houston, spiegando che le persone tendono a ricordare come poco affidabili app che commettono errori nel restante 20% dell’anno; secondo lui quello che manca ad alcune di queste app è l’uso di meteorologi di riferimento, esseri umani che potrebbero notare cavilli nei modelli, proponendo – quando serve – una serie di possibili indicazioni anziché solo previsioni definitive, in altre parole un elemento di differenziazione in grado di soddisfare l’utente che tipicamente la mattina apre l’app Meteo per sapere che tempo farà.