Parallels Desktop per Mac è uno dei migliori software di virtualizzazione disponibile per piattaforma Apple, inoltre versioni aggiornate che offrono funzioni ancora più sorprendenti e utili, ora sono disponibili in versione gratuita per tutte le persone interessate a una prova.
Queste sono alcune delle argomentazioni che l’autore di questo articolo di Wired porta a sostegno della sua tesi: Apple potrebbe stupire ancora una volta mercato e analisti acquistando in parte o in toto la società Parallels, allo scopo di integrare le funzioni di virtualizzazione all’interno di una futura versione di Mac OS X.
L’autore di Wired conosce le dichiarazioni di Cupertino che si dice non interessata alle soluzioni di virtualizzazione perché penalizzati dal punto di vista delle prestazioni. Questo è vero se si confrontano direttamente i risultati ottenuti con Windows XP in funzione con BootCamp e con Parallels. Ma è altrettanto vero che la virtualizzazione grazie a Parallels e alle funzionalità hardware dei nuovi processori Intel Core Duo, oggi può offrire risultati e prestazioni fino a pochi mesi fa impensabili.
A queste riflessioni l’autore di Wired aggiunge che Apple non è nuova ad operazioni di questo tipo. Dopo aver negato per mesi, anzi per interi anni l’esistenza del progetto Marklar, Steve Jobs ha annunciato il passaggio a Intel che è stato completato in tempi rapidissimi, impossibile senza studi e sviluppo paralleli condotti in gran segreto su Mac OS X.
Cupertino non ha mai disdegnato lo studio di tecnologie e software in diretta concorrenza con i propri partner, in altri casi ancora, Apple ha acquisito il software da terzi oppure intere piccole società per integrare nella propria offerta soluzioni che ha particolarmente gradito. In passato si ricordano gli esempi di Sherlock, il software di ricerca integrato nel sistema operativo, dei Widget che derivano dall’originale e innovativo Konfabulator e infine delle graphic arts di iTunes che permettono di visualizzare le cover degli album, rendendo possibile la navigazione grafica.
Per tutte queste ragioni l’autore di Wired ritiene che, nonostante le dichiarazioni ufficiali che escludono interesse diretto di Apple per la virtualizzazione, Cupertino prima o poi compia il salto acquisendo in toto o solo in parte la tecnologia software di Parallels.
Ma esiste un’altra ragione che sembrerebbe avvallare l’ipotesi: Apple sviluppa Mac OS ma la maggior parte dei propri ricavi non arriva dal SO in sé, quanto dalla vendita di hardware. Proprio per questa ragione Apple non teme l’introduzione di Windows Vista. Anzi, offrendo con i propri Mac la possibilità di lavorare con tutti e due i più moderni sistemi operativi oggi disponibili (Mac OS e insieme Vista) sarebbe in grado di aumentare ulteriormente il bacino di interessati, ricavi e quote di mercato.
L’ipotesi è senza dubbio affascinante e non priva di fondamento ma, quando si parla di Apple, ragionamenti e predizioni si sprecano. Per sapere come Apple risolverà la sfida di Vista, migliorando le funzioni di BootCamp oppure integrando in Mac OS la virtualizzazione software, non rimane che aspettare la primavera per mettere le mani sull’ultima creazione di Cupertino.
[A cura di L. M. Grandi]