La ragione degli oltre sei mesi di assenza che Jobs si sta preparando a sostenere hanno a che fare con il tumore che lo aveva colpito qualche anno fa, ma non nel senso che si potrebbe temere. Piuttosto il Ceo di Apple si appresterebbe a sostenere un intervento che lo porterà alla rimozione completa del pancreas per fare fronte alle conseguenze della procedura di Whipple usata per rimuovere il cancro.
A cercare di dare una spiegazione alla scelta di assentarsi per un così lungo tempo, un atto non usuale per chi avrebbe unicamente uno scompenso ormonale come dichiarato solo una quindicina di giorni fa, è Bloomberg che consulta Robert Thomas, un medico chirurgo del Peter MacCallum Cancer Centre di Melbourne. “Ad un certo punto – dice il profesor Thomas – si deve eliminare interamente il Pancreas e paziente deve essere sottoposto al trattamento con insulina. C’è il rischio di un forte diabete”.
Della malattia di Jobs parla anche Joe Nocera sul New York Times; si tratta del giornalista che ha avuto il privilegio (si fa per dire…) di essere prima insultato da Jobs con il termine “pozzo nero” per i suoi acidi commenti sulle scelte in fatto di trasparenza da parte del Ceo, per poi sentirsi dire quale fosse la malattia che affligge l’amministratore delegato di Apple. Nocera non ha potuto rivelare quale fosse il problema di Jobs e non lo fa neppure ora, ma smentisce che nella precedente occasione il capo di Cupertino gli avesse parlato di scompensi ormonali.
L’ipotesi che il dimagrimento possa avere a che fare con pancreas e con sintomi simili a quelli di un forte diabete, se non un vero e proprio diabete, era stato avanzato poco prima del Macworld dal dottor Run Yu, direttore del centro tumori neuroendocrini del centro medico Cedars-Sinai di Los Angeles.
Praticamente, mettendo insieme i vari pezzi di un puzzle tutto fatto di ipotesi, è bene dirlo, Jobs potrebbe essere dimagrito per conseguenza della mancanza di insulina e ora avere scoperto che è necessario rimuovere anche la parte restante di pancreas, come specificato dal professor Robert Thomas.