L’incidente risale al 2019 e la sentenza in arrivo potrebbe diventare un precedente importante per tutte le cause che riguardano i sistemi avanzati di assistenza alla guida in USA: secondo l’accusa Tesla era a conoscenza fin dal 2017 del problema di Autopilot e degli altri sistemi di sicurezza, invece secondo Tesla si è trattato di un errore umano.
Il processo in corso riguarda l’incidente fatale avvenuto nel 2019 nel quale ha perso la vita il 37enne Micah Lee alla guida di Tesla Model 3. L’auto uscì da una autostrada nella periferia di Los Angeles alla velocità di 65 miglia orarie, circa 105 km orari, finendo per schiantarsi contro una palma, per poi incendiarsi. Nell’incidente perse la vita il conducente Micah Lee mentre i due passeggeri, tra cui un bimbo di 8 anni, rimasero feriti.
L’accusa ha mostrato un’analisi di sicurezza interna di Tesla del 2017 dalla quale emerge un “comando di sterzo errato” come potenziale problema di sicurezza. Per l’avvocato si trattava di un angolo di sterzata eccessivo di cui il costruttore era a conoscenza prima ancora di iniziare a vendere Model 3.
Per l’accusa Tesla sapeva che stava rilasciando Autopilot in versione sperimentale, ma lo ha fatto ugualmente per guadagnare quote di mercato, senza riguardo per la perdita di vite umane.
L’avvocato di Tesla invece ha dichiarato che l’analisi del 2017 non indicava un difetto, ma puntava a evitare qualsiasi potenziale problema di sicurezza che teoricamente potrebbe verificarsi. Fin da allora Tesla ha sviluppato un sistema per impedire che Autopilot effettuasse la stessa svolta che ha causato l’incidente.
Oltre a segnalare che Lee aveva consumato drink alcolici prima di mettersi al voltante, Tesla dichiara di non essere stata in grado di rilevare se il pilota automatico era inserito al momento dell’incidente. Il costruttore respinge ogni accusa indicando anche che non ci sono stati altri casi in cui una Tesla ha effettuato una manovra come quella dell’incidente di Lee.
Per Tesla fu errore umano
Per la difesa la spiegazione più semplice dell’incidente è un errore umano: l’avvocato ha invitato la giuria a evitare il riconoscimento di risarcimenti «L’empatia è una cosa reale, non stiamo dicendo che non lo sia. Ma non rende le auto difettose» come riporta Reuters.
In una precedente causa in USA Tesla ha avuto ragione perché la maggior parte dei querelanti avevano firmato una clausola all’acquisto del veicolo che imponeva la risoluzione delle controversie in via extragiudiziale.
Tesla è sotto indagine in USA anche per l’autonomia dichiarata delle auto. Su macitynet trovate tutte le notizie sulle innovazioni per auto e mobilità smart nella nostra sezione ViaggiareSmart.