Per Laurene Powell Jobs gli attacchi del presidente Trump ai media sembrano usciti “dal diario di un dittatore” e che la stampa dovrebbe stare attenta a non fare il suo gioco pubblicando notizie senza verificarle.
Laurene, in un’intervista con Kara Swisher per il podcast Recode Decode all’inizio di marzo 2019, ha parlato di Trump, media e notizie non verificate e lo ha fatto dimostrando di avere una posizione precisa in merito alle prese di posizione del Presidente degli Stati Uniti. “Sembra uscito da un diario di un dittatore”, ha detto, infatti, quando le è stato chiesto cosa pensasse dei frequenti attacchi di Donald Trump ai media. E, a proposito degli attacchi ai media, ha aggiunto che questo atteggiamento “è ciò che le persone fanno per consolidare il potere, per mettere in discussione un racconto che non è ciò che loro vorrebbero raccontare. Penso che l’indebolimento dei media sia, negli ultimi due anni, senza precedenti e spaventoso e tutti dovrebbero prestarvi attenzione”.
A non aiutare in una situazione come questa, in cui la fiducia nei media è molto bassa, sono “i media che fanno il gioco di Donald Trump, pubblicando notizie senza verificarle in maniera approfondita”.
Un’idea – quella di Laurene Powell Jobs – che non si distanzia dalle prese di posizione che Apple e Steve Jobs hanno avuto in passato. Jobs, in particolare, aveva messo in evidenza come il giornalismo di qualità fosse minacciato nell’era di Internet dal suo modello di business, legato alla vendita della pubblicità.
“Il modello basato sulla vendita della pubblicità non è più stato un modello praticabile e il modello basato sugli abbonamenti ha richiesto molto tempo per concretizzarsi e decollare. E così abbiamo visto nell’ultimo decennio il crollo di testate giornalistiche credibili”. Questa convinzione l’ha portata all’acquisto di una quota di maggioranza della rivista The Atlantic e ad altri acquisti nel settore dell’informazione.
In ogni caso, proprio come ha sostenuto in passato Tim Cook, per Laurene Powell Jobs quello che conta è impegnarsi molto per cambiare le cose, quando ci si rende conto che non stanno funzionando, non tirarsi indietro e provare a dare il proprio contributo.
Come nell’ambito dell’informazione, così anche in politica, come ha fatto la stessa signora Powell con Donald Trump. “L’ho incontrato per affrontare con lui l’argomento politiche dell’immigrazione – ha spiegato -, ma come vedete, nonostante gli abbia parlato, non ha cambiato idea. Ma bisogna andare sempre, dappertutto”.