La Suprema Corte di Cassazione si è di recente pronunciata su una vertenza avente per oggetto un contratto di telefonia (ordinanza n. 3996/2020), statuendo come per l’utente è sufficiente nel procedimento allegare l’inadempimento della compagnia, mentre quest’ultima deve provare l’esatta esecuzione della propria obbligazione.
Nello specifico la compagnia telefonica era stata citata in giudizio da un’azienda, che aveva contestato numerosi disservizi nel contratto di telefonia che avevano compromesso l’esercizio dell’attività aziendale a causa del malfunzionamento delle linee.
“La Sentenza è importante in quanto mette ordine circa l’onere della prova esistente in queste tipologie contrattuali, consentendo quindi al consumatore/utente di allegare solamente l’inadempimento della compagnia telefonica, e se viene richiesto il risarcimento del danno, dimostrare quale danno sia stato concretamente subito – afferma il Presidente Nazionale del Codacons, Marco Donzelli – questo consente a tutti coloro che abbiano subito disservizi dalla compagnia telefonica ad agire per il risarcimento del danno, chiedendo la giusta corresponsione dei danni patiti.”
A fronte dell’inadempimento contrattuale derivante da malfunzionamento di linea telefonica, il danno non patrimoniale è sempre di difficile difficile. Tipicamente questi ricorsi sono consentiti in presenza di una impossibilità, in altre parole di una oggettiva difficoltà della parte interessata di provare l’esatto ammontare del danno.