Mike Bell, corporate Vice President e General Manager del Mobile and Communications Group di Intel, critica i vendor di SoC per dispositivi Android accusandoli di non aver fatto abbastanza per ottimizzare i processori ARM multi-core. Al sito The Inquirer, Bell ha dichiarato che il thread scheduler di Android non è capace di sfruttare al massimo i vantaggi dei processori multicore. Benchmark interni di Intel su SoC ARM mostrerebbero che processori single-core potrebbero eseguire Android molto più efficacemente e core aggiuntivi farebbero invece addirittura diminuire le prestazioni complessive del sistema. “Non avendo limiti imposti dai consumi, core multipli hanno senso, possono essere spremuti al massimo e caricati pesantemente se il sistema operativo prevede un buon scheduler per i thread” spiega Bell, il quale prosegue che Android non ha un thread scheduling e tecnologie simili non sono previste e il sistema operativo ferma alcuni task mentre ne sta eseguendo altri.
Bell ovviamente ha i suoi interessi nell’evidenziare la mancanza di vantaggi nei processori multicore: dopo aver perso il treno iPhone nel 2007, solo recentemente è stato presentato uno smartphone Android x86 con processore single-core per dispositivi mobile “Medfield”. Il problema sembra ad ogni modo conosciuto e pare che solo con l’arrivo di Android 2.3.4 è stato possibile utilizzare il secondo core in alcuni dispositivi. Le applicazioni in grado di sfruttare il secondo core sarebbero però ancora molto poche. Bisogna ad ogni modo ricordare che, benché Android non vanti ottimizzazioni per le CPU multi-core, alcuni vendor hanno apportato modifiche specifiche al kernel per migliore le prestazioni.
[A cura di Mauro Notarianni]