Secondo i dati della Recording Industry Association of America (RIAA), negli USA lo scorso anno sono stati venduti 431 milioni di dischi in vinile.
“Si tratta di 6 milioni di unità in più rispetto ai CD venduti nel 2023, evento che accade per la seconda volta dal 1987, un dato che evidenzia la crescita continua per 17 anni delle vendite dei vinili”, riferisce la RIAA in un report. E ancora: “I vinili, che tendono a costare di più rispetto ai formati più recenti, superano i CD anche in termine di guadagno totale, con 1,4 miliardi di dollari, rispetto ai 537 milioni di dollari dei CD”.
Secondo i dati della RIIA, i profitti dai CD sono in salita ma in termini di prodotti venduti, le persone hanno comprato nel 2023 circa 700.000 CD in meno rispetto all’anno prima.
E in Italia?
In Italia, secondo dati della FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana), nel 2023 si è registrata una significativa crescita del 18.8% per un totale di € 440 milioni di fatturato: segno di un’evidente vitalità del mercato della musica in Italia, che mette a segno una delle percentuali di crescita più alte del mondo e si posiziona come terzo mercato nell’Unione Europea, raggiungendo il migliore risultato di sempre in termini di percentuale con incrementi significativi in tutti i segmenti.
La performance positiva del mercato della musica è registrata anche a livello globale: secondo i dati dell’ultimo Global Music Report di IFPI, infatti, l’incremento del mercato discografico internazionale è del 10.2%, pari a US$ 28.6 miliardi, e segna il nono anno consecutivo di crescita.
In Italia a trainare il comparto è lo streaming, che ricopre da solo una quota di mercato complessivo pari al 65% e i cui ricavi sono cresciuti del 16.2%, arrivando a più di € 287 milioni per un totale di oltre 6.5 milioni di abbonati premium ai servizi di streaming (+9% rispetto all’anno precedente). In questo scenario sono i ricavi dagli abbonamenti alle piattaforme streaming ad aver guidato il settore: il segmento premium è infatti cresciuto del 18.4%, arrivando a più di € 190 milioni di euro di ricavi. Nell’area più ampia del digitale (che chiude con un incremento del 15.7%) a segnare una decrescita è solo il segmento del download, giù dell’11.8%.
La centralità dello streaming è evidenziata anche dalla ricerca IFPI Engaging with Music, secondo cui nel 2023 i consumatori italiani hanno speso 20.9 ore settimanali nell’ascolto musicale e il 60% del tempo impiegato è stato destinato all’ascolto di musica digitale (equamente suddivisa tra piattaforme di audio streaming e piattaforme di long-form e short-form video streaming). Inoltre, il 73% ha ascoltato musica tramite servizi di streaming audio licenziati (nella formula in abbonamento o con pubblicità).
Anche in Italia il segmento fisico registra una crescita, posizionando l’Italia come l’ottavo mercato a livello mondiale: con ricavi pari a quasi € 62 milioni, segna infatti +14.4% e ricopre una quota di mercato del 14% (un dato che nel 2013 corrispondeva al 68% e che in retrospettiva racconta la lunga cavalcata del digitale degli ultimi 10 anni). A guidare il comparto è l’inossidabile vinile, che cresce del 24.3%, ma si segnala anche una resistenza del cd, su del 3.8%.