Un possibile spiraglio alla carenza mondiale di chip arriva da Pat Gelsinger, CEO di Intel, secondo il quale occorreranno però altri due anni prima che l’industria del settore risolva i vari problemi.
Sono stati già attuate varie manovre che dovrebbero contribuire al miglioramento della situazione ma i limiti rimangono, anche perché servono anni prima che nuove fab per la produzione di chip possano nascere.
In una intervista di CNBC, Gelsinger afferma ad ogni modo che per il 2024 il problema dovrebbe essere risolto, riferendo di attuali limiti negli strumenti di produzione che pregiudicano la capacità produttiva e di sodisfare la domanda. “È uno dei motivi per i quali riteniamo che la carenza complessiva di semiconduttori si allungherà al 2024 rispetto al 2023 previsto in precedenza”, ha spiegato il CEO parlando ancora di carenze specifiche nell’ambito delle apparecchiature sfruttate nella produzione, elementi che al momento rendono difficoltoso lavorare a pieno regime negli stabilimenti.
Intel ha chiuso il primo trimestre 2022 con una diminuzione del 7% dei ricavi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e con un margine di profitto lordo ridotto dal 55,2% al 50,4%. Tra le presunte motivazioni, le mancate vendite di chip destinati ai PC e la complessiva diminuzione del 6,8% delle spedizioni mondiali dei PC come recentemente riferito da Gartner).
A marzo di quest’anno l’azienda ha annunciato la prima fase dei suoi piani di investire in Unione Europea circa 80 miliardi di euro nei prossimi dieci anni lungo tutta la filiera dei semiconduttori: dalla ricerca e sviluppo fino alla produzione e alle più avanzate tecnologie di packaging dei chip.