Tim Cook meglio di Steve Jobs? Forse molti, se non la maggioranza, dei clienti di Apple non la penseranno in questo modo, ma i dipendenti che lavorano nell’azienda che fu fondata proprio da Jobs sembrano invece gradire di più la conduzione aziendale di Cook di quella del predecessore. Il dato, piuttosto soprendente (o forse no, visto il carattere di Jobs, non sempre facile da “maneggiare”) emerge da una ricerca svolta da Glassdoors, un sito che si propone di analizzare i management e le azioni svolte dai vertici aziendali delle pricipali imprese americane.
La media delle interviste svolte a Cupertino assegna a Cook il 97% dell’approvazione da parte dei suoi dipendenti, la stessa di Jobs nei giorni in cui era dimesso, ma più del 95% che Jobs aveva ottenuto tra il marzo 2010 e il marzo 2011. Le ragioni per cui il CEO Apple ha ottenuto un così elevato punteggio sono da ricercare, ovviamente, nei successi aziendali che aveva ottenuto anche il suo predecessore; ma se Jobs aveva, forse, più carisma, Cook ha fatto subito molto per collocarsi su un differente piano dal punto di vista umano. Basti pensare al programma di solidarietà istituito a sostegno di progetti lanciati dai dipendenti e all’impegno diretto e deciso nel rispondere alla necessità di fare fronte alla controversia sulle condizioni di lavoro in alcuni stabilimenti in Cina.
Cook è al primo posto della classifica di Glassdoors davanti a Jim Turley di Ernst & Young e a Paul E Jacobs di Qualcomm. Larry Page di Google è quinto (e in calo per gradimento rispetto a Schmidt), Paul Otellini (Intel) è sesto.