Negli USA è iniziato il processo contro Google, accusata dal governo americano di abuso di posizione dominante nel settore della ricerca online.
Questo processo antitrust è il primo contro una azienda del mondo IT dopo quello contro Microsoft del 1998 che portò a numerosi cambiamenti nel settore. Secondo il dipartimento di Giustizia, Google sapeva che le sue azioni avrebbero sollevato questioni da parte dell’antitrust, e avrebbe fatto di tutto per nascondere ciò che stava avvenendo, non solo abusando del monopolio che detiene nel campo della ricerca online ma danneggiando anche la concorrenza eliminando potenziali innovazioni che avrebbero potuto favorire i consumatori.
Non è illegale essere monopolisti in un determinato settore ma il dipartimento di Giustizia ritiene che Google lo avrebbe fatto infrangendo consapevolmente la legge, continuando a farlo con metodi illegali.
A essere in gioco è “il futuro di Internet”, secondo Kenneth Dintzer, sostituto responsabile del Dipartimento di Giustizia americano, riferendo che – dal 2010 – Google a continuato a mantenere posizioni monopolistiche versando miliardi di dollari ad aziende quali Apple e AT&T. “Erano al corrente di avere oltrepassato i confini delle norme antitrust” afferma ancora Dintzer, evidenziando un monopolio che dura da oltre un decennio.
Google ha accordi con Apple per proporre il suo motore di ricerca come default; su Android non c’è bisogno di accordi perché questo sistema operativo è suo e Big G pretende che quando l’utente deve eseguire ricerche online il suo servizio è la scelta predefinita.
Gli accordi con Apple e altre aziende, secondo il dipartimento di Giustizia sono illegali, schiacciano la concorrenza ed impediscono a prodotti nuovi potenzialmente più innovativi di emergere. Eddy Cue e altri dirigenti di Apple sono stati chiamati a testimoniare.
Il caso sarà esaminato dal giudice Amit P. Mehta ma non è chiaro in caso di sconfitta cosa succederà a Google: il dipartimento di Giustizia non ha indicato quali sono le richieste da mettere in atto in caso di vittoria. C’è chi paventa la possibilità di smembrare Big G ma al momento questa ipotesi appare improbabile.