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Per chi ripara MacBook Pro un bene la fuga di documenti rubati dall’assemblatore Apple

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Alcuni giorni addietro un gruppo di cybercriminali ha violato alcuni server di Quanta, un’azienda di Taiwan che assembla computer per varie aziende, Apple inclusa e tra i dati rubati vi sono stati degli schemi tecnici, inclusi gli schemi di due inediti modelli di MacBook Pro 14” e 16” (nomi in codice J314 e J316) che forse saranno presentati nelle prossime settimane.

Gli schemi in questione sono finiti nel Dark Web. Il gruppo di cybercriminali che si nasconde dietro alla sigla REvil ha chiesto $50 milioni prima a Quanta e poi Apple per non rivelare dettagli e ad un certo punto gli schemi sono spariti dal dark web ma hanno cominciato a circolare da alcuni riparatori per capire meglio come le macchine vengono assemblate.

Il sito Vice riferisce che gli schemi in questione sono utili ai riparatori – tra le altre cose –  per recuperare dati degli utenti.

Louis Rossman, un riparatore che si è fatto notare per tutta una serie di video nei quali illustra procedure per la riparazione di Mac e che ha avuto vari battibecchi con Apple, sta portando avanti una campagna di crowdfunding affinché a decidere le sorti dell’iniziativa Right to Repair siano gli elettori del Massachussettes. La sua speranza è che questo e altri Stati USA costringano aziende come Apple ad una maggiore apertura verso i riparatori indipendenti.

“La nostra attività fa affidamento a schemi come quelli oggetto del leaking”, ha spiegato Rossmann a Vice. “Elementi come questi mi consentono di recuperare i dati a qualcuno. Qualcuno riuscirà a riavere i suoi dati grazie a questo”.

I riparatori autorizzati da Apple, si limitano a sostituire schede logiche o, nel caso dell’iPhone, a fornire un dispositivo sostitutivo. Apple ripara probabilmente le schede a stock presso uno o più centri dedicati, fornendo in seguito questa tipologia di componenti riparati e testati.

Rossmann è un riparatore vecchia-scuola; non si limita a cambiare la scheda logica di un computer e buona notte: da bravo tecnico di altri tempi, individua il problema alla radice, nel singolo componente, permettendo all’utente di risparmiare notevolmente. Questa scelta consente ad esempio di intervenire sulla scheda logica senza bisogno di sostituirla tutta, lasciando in sede componenti come una unità SSD saldata e permettendo all’utente di riavere i suoi dati, con ovvio risparmio di tempo e denaro.

“Non sto dicendo che sono a favore delle persone che eseguono attività di hacking nei computer per ottenere queste informazioni, ma mi piacerebbe avere questi schemi senza pagare 1000$ l’anno Apple per avere queste informazioni”

Louis Rossmann

Le informazioni a cui fa riferimento Rossmann sono PDF e documenti che mostrano schemi elettrici e diagrammi vari di come sono assemblati i Mac, elementi che facilitano le attività del riparatore e che Apple non fornisce, o quanto meno non fornisce a riparatori non ufficialmente autorizzati.

Negli USA ma anche in altre parti del mondo da tempo sono nati tanti sostenitori del cosiddetto “Right to Repair” (diritto alla riparazione), evidenziando pratiche comuni dei produttori per non rendere disponibili parti, attrezzi e informazioni sulla riparazione ai consumatori e ai piccoli laboratori di riparazione. “Ai tecnici di riparazione indipendenti servono le stesse informazioni che hanno le officine del produttore”, spiega iFixit,  La concessionaria Ford ha accesso ai codici diagnostici che servono al meccanico di fiducia. Ma questi codici sono spesso proprietari e i produttori limitano l’accesso agli strumenti in grado di leggerli. Ecco perché il Massachusetts ha approvato le leggi sul Diritto di Riparazione dei Proprietari di Automobili nel 2012 e perché gruppi come AAA, Autozone e Valvoline stanno spingendo per una legislazione simile”.

I sostenitori del Right To Repair, affermano di avere il diritto di “poter aprire, tutto ciò che è nostro”, “modificare e riparare le nostre cose”, avere accesso alle informazioni di riparazione, ai prodotti che possono essere riparati, a laboratori di riparazione indipendenti a prezzi ragionevoli.

Disegni rubati confermano: prossimi MacBook Pro con lettore Sd, Magsafe e HDMI

Apple, così come molti altri big del mondo IT e non solo (aziende del calibro di J&J, Toyota e Verizon), è  contraria a molte delle rivendicazioni del Right To Repair perché a fronte della dispoibilità per legge di manuali di servizio e ricambi anche per terze parti non direttamente autorizzate si alimenterebbe un mercato parallelo e autorizzato, tagliando le gambe alla rete ufficiale, specialmente alla rete degli Apple Store nel caso Apple, che vende pezzi di ricambio in regime di monopolio e prezzi conseguentemente fissi (e certo non economici)

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