Il paragone è di quelli che lasciano il segno: per Axl Rose, cantante e celebre frontman dei Guns N’ Roses «Tim Cook è il Donald Trump della musica». La frase è stata pubblicata sull’account Twitter personale del cantante, ma in realtà nemmeno gli osservatori statunitensi hanno ben chiaro che cosa intendesse dire Axl Rose paragonando il pacato Ceo di Cupertino con uno dei presidenti USA più criticati e controversi da diversi anni a questa parte.
Tim Cook is the Donald Trump of the music industry.
— Axl Rose (@axlrose) 8 marzo 2018
Quello che è certo è che non si tratta di un complimento. Seppur in numero estremamente limitato, i tweet precedenti di Axl Rose dimostrano che il cantante non ha una grande opinione di Trump e della sua amministrazione, come rivela chiaramente il messaggio postato il 4 gennaio di quest’anno «La Casa Bianca è l’attuale gold standard per ciò che può essere considerato vergognoso». Risultano invece meno chiare le possibili ragioni di risentimento di Axl Rose nei confronti di Tim Cook e, in senso più ampio, contro il ruolo di Apple in campo musicale.
Da tempo la discografia dei Guns N’ Roses è disponibile su iTunes Store e soprattutto anche su Apple Music, così come su diverse altre piattaforme di musica in streaming, come rileva Business Insider. Nei tweet precedenti di Axl Rose non appaiono altre frasi riferite a Cupertino e nemmeno al suo Ceo, così sull’interpretazione del paragone tra Cook e Trump circolano solo ipotesi. La principale è quella già emersa da altre star in riferimento al crollo delle vendite di CD, della musica digitale in acquisto e download e con l’emergere dei servizi di streaming.
Ormai da anni i diritti corrisposti a musicisti e autori sono in calo, mentre in generale il mercato della musica in streaming punta ancora di più su royalties contenute per fronteggiare un modello di business che non risulta profittevole nemmeno per i nomi più noti, in primis Spotify. Per l’anno fiscale 2017 il servizio di streaming più utilizzato al mondo ha registrato ricavi per 4,09 miliardi di euro ma segnando una perdita neetta di ben 1,235 miliardi di euro.