Fuoco. E’ di questo che ha bisogno chi acquista Pelty, un diffusore acustico Bluetooth che sfrutta una tecnologia basata sull’effetto Peltier per ottenere l’alimentazione necessaria per funzionare. Nel giugno del 2014 la società aveva lanciato una campagna di raccolta fondi su Indiegogo per finanziare il progetto: nel corso dei mesi il dispositivo è cresciuto, è stato migliorato e rifinito per poter arrivare presto sul mercato.
Caratterizzato da un corpo in lucida ceramica e legno, al suo interno vi si introduce un’ampolla di vetro – alimentata con olio biologico – che serve ad accendere il dispositivo (la versione iniziale faceva uso di una semplice candela). Il calore della fiamma in pochi secondi lo attiva, e da quell’istante può essere controllato semplicemente da smartphone o tablet attraverso una connessione Bluetooth per selezionare e riprodurre la propria musica preferita.
Utilizzabile sia in ambienti interni che all’esterno, Pelty è ideato, progettato e interamente costruito in Italia, rappresenta un oggetto d’arredo unico capace di impreziosire dal giardino alla camera da letto, dal salotto alla SPA di un albergo fino agli angoli più intimi di un ristorante in riva al mare o in alta montagna.
Pelty si differenzia per essere inoltre un prodotto interamente ecofriendly. Non prevede l’utilizzo di caricatori e di energia elettrica sfruttando per l’appunto interamente la forza del fuoco. Le ampolle sono ricaricabili e funzionano con oli biologici e naturali. E’ inoltre possibile scegliere tra differenti fragranze e profumazioni anche se il diffusore funziona con ogni tipo di olio per combustione.
Realizzato nelle colorazioni bianco e nero, Pelty sarà disponibile sul sito ufficiale a partire da settembre al prezzo di 320 euro. Sul sito sarà anche possibile ordinare l’olio per la ricarica dell’ampolla. Per chi fosse incuriosito segnaliamo che Pelty sarà in esposizione durante l’intera durata del Salone del Mobile di Milano, fino al 17 aprile, presso lo spazio di Via Ventura 14 gestito da Ventura Projects all’interno della “Glass box”.