Siamo – certo – solo agli annunci. La realtà , a un solo anno di distanza dall’evento olimpico, è molto diversa: a Pechino, attualmente, esistono solamente 15 base station WiMax. Dovrebbero diventare 150 entro i prossimi dodici mesi – oltre a 9.000 nodi locali da stendere sull’intero territorio della capitale.
D’altra parte la Cina non ha mai fatto mistero di non gradire eccessivamente l’autonomia e la libertà di cui gode da sempre la rete delle reti. Non c’è da stupirsi dunque che l’impresa risulti quantomai ardua. Evidentemente c’è in gioco ben più dell’accesso a internet e il gigante d’Oriente non può stare a guardare.
Stando agli annunci di Xie LinZhen – membro autorevole della Commissione per le tecnologie in seno al Ministero dell’Industria informatica, si tratterà di una rete mista: la tecnologia TD-SCDMA che s’intenderebbe utilizzare per buona parte del network wireless della capitale cinese, servirà la connessione lenta. Del resto – sono sempre parole di LinZhen – i costi superiori di WiMax giustifica il suo utilizzo solamente da parte del mercato tecnologicamente più spinto e dei clienti corporate.
à proprio la configurazione ipotizzata dalle fonti ufficiali a destare – però – qualche perplessità . TD-SCDMA – infatti – non è stata prima d’ora utilizzata su larga scala e soffre da tempo di ritardi nello sviluppo. Inoltre, l’annuncio non precisa in alcun modo i dettagli del progetto e i suoi costi. Non è dunque impossibile che la mossa serva anzitutto a muovere le acque intorno a un evento che costituisce una ghiotta occasione per l’intero mercato cinese, annunciando un progetto che, mentre rivela un significativo impegno del governo nelle tecnologie internet, contribuisce a catturare l’attenzione generale intorno alle prossime olimpiadi di Pechino.
[A cura di Fabio Bertoglio]