Pochi giorni addietro sono cominciati a circolare su internet filmati e discussioni per evidenziare problematiche con i connettori di alcune schede NVIDIA di nuova generazione (GeForce RTX 4000) che prendevano letteralmente fuoco. Varie le ipotesi circolate, compresi controlli qualità ridotti in fabbrica e questioni legate alle saldature ma altre indagini hanno ravvisato l’esistenza di inconvenienti con adattatori e cavi collegati al connettore 12VHPWR a 16 pin.
Il problema sembra verificarsi in particolare quando il connettore di alimentazione non è ben aderente al connettore lato scheda video Nvidia; le temperature del connettore sotto carico sembrano essere deleterie, causando danni ai connettori, comportando potenzialmente problemi di fusione e bruciature, con ovvii danni per la scheda.
PCI-SIG – l’ente di standardizzazione che sviluppa standard per bus di sistema (PCI, PCI-X, PCI Express) – interpellato sull’argomento ha fatto sapere di non avere colpe e punta il dito contro Nvidia e partner, riferendo che sono loro a dover fornire spiegazioni.
“I produttori di GPU devono adottare le misure più appropriate e prudenziali i per garantire la sicurezza degli utenti finali, inclusi test per il problema segnalato”, si legge in una dichiarazione PCI-SIG. Ancora, l’ente in questione sembra voler sviare ogni responsabilità. “Si ricorda ai membri che le specifiche PCI-SIG indicano le necessari informazioni tecniche per l’interoperabilità e non si addentrano in scelte che riguardano la corretta progettazione, metodologie di fabbricazione, scelta dei materiali, test di sicurezza, tolleranza di sicurezza e manodopera”.
“Quando si implementano specifiche PCI-SIG” ricorda ancora l’ente di standardizzazione, “i membri sono responsabili per la progettazione, la produzione e le verifiche, incluse prove di sicurezza dei loro prodotti”. Tra i suggerimenti che alcuni esperti indicano a chi ha già acquistato le schede video in questione, l’applicazione di una sostanza dielettrica si trova (anche su Amazon) da applicare al connettore per evitare che si verifichi la fusione.
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