Pandora, l’azienda che offre servizi di musica in streaming, è stata citata in giudizio da PayPal per il nuovo marchio. Secondo Pandora il nuovo logo minimalista “diluisce il carattere distintivo” del proprio brand, una scelta che però non è stata gradita da PayPal che ha chiesto l’intervento di un tribunale federale di Manhattan. «Elemento dopo elemento, e nell’impressione complessiva – si legge nella citazione – le similitudini dei logo sono impressionanti, evidenti e palesemente illecite».
A ottobre dello scorso anno Pandora aveva annunciato l’intenzione di riprogettare il loro, passando da un “P” con grazie ad una più stilizzata, senza grazie nei tratti terminali. Anche lo schema dei colori è stato cambiato passando dal “midnight blue” a un tonalità “morbida” di blu. Il logo di PayPal dal 2014 è simile: una “P” minimalista, un carattere senza grazie e colori che richiamano il blu. Il marchio di PayPal consiste ad ogni modo di due “P” sovrapposte e inclinate. Tutte e due le “P” non hanno l’occhiello nella “pancia” a forma circolare.
Le analogie tra i due logo secondo PayPal creano confusione tra gli utenti delle due aziende, portando a comportamenti come ad esempio aprire l’app Pandora anziché quella di PayPal sullo smartphone. Nella citazione in giudizio sono presentate varie prove, inclusi messaggi di persone che su Twitter hanno evidenziato le similitudini e parlato di confusione quando devono richiamare l’app.
Secondo PayPal, Pandora attualmente lotta per far conoscere il suo marchio, un servizio che esiste principalmente perché finanziato dalla pubblicità «Senza un percorso ovvio verso la redditività», travolta dalla «competitività di Spotify e Apple Music». A detta di PayPal, insomma, il nuovo brand sarebbe un modo per “cercare nuova popolarità e invertire le sue sorti”.
PayPal ribadisce di avere provato a risolvere la questione logo in modo “amichevole”, con lettere e anche telefonate, e avrebbe deciso di procedere essendo stati ignorati gli avvertimenti.