Mark Papermaster ha trovato una nuova casa in Cisco. L’annuncio del nuovo posto di lavoro per l’ex ingegnere Apple, arrivato nel fine settimana, direttamente dalla società specializzata in apparati di rete, colloca un nuovo punto di svolta nella carriera di Papermaster la cui vicenda professionale è salita alla ribalta delle cronache dell’’IT prima per il controverso passaggio da IBM ad Apple e poi per quello che secondo diversi organi di stampa è stato un vero e proprio licenziamento da Cupertino.
Dell’assunzione di Papermaster in Apple abbiamo scritto abbondantemente da queste pagine. La sua assunzione avvenne nel contesto di un avvicendamento al vertice del gruppo che si occupa di dispositivi mobili, poco dopo l’abbandono di Tony Fadell (di fatto l’inventore di iPod). Papermaster, un veterano di IBM dove si occupava degli strategici server blade, ebbe l’incarico di sostituirlo ma il suo procedente datore di lavoro ne bloccò l’assunzione avanzando un contratto che gli impediva di essere reclutato se non dopo un periodo sabbatico. Apple fu costretta a recarsi davanti ad un giudice e per portare a compimento l’assunzione di Papermaster ad accettare vincoli molto stretti su quel che Papermaster poteva e non poteva fare.
La tortuosa storia dell’assunzione dell’ex ingegnere di IBM in Apple è giunta inaspettatamente a termine la scorsa estate quando ad inizio agosto il New York Times ha rivelato che Papermaster aveva lasciato Apple, fatto confermato dalla stessa Apple che però non aveva voluto precisare se si fosse trattato di un licenziamento o di una partenza volontaria. Alcune fonti, tra cui lo stesso New York Times, sostennero allora che si fosse trattato di una vera e propria estromissione dall’azienda a causa di alcuni problemi hardware manifestatati dai dispositivi supervisionati dall’ingegnere, tra cui l’infausto design per l’antenna di iPhone 4. Ma il Wall Street Journal, più credibilmente, fece riferimento a “incompatibilità culturali” tra Papermaster e Jobs; il CEO di Apple sarebbe stato deluso dalla mancanza di capacità da parte del suo manager di assumersi in carico la cosiddetta cultura Apple, la maniacale cura dei dettagli e la capacità da parte dei vertici aziendali di supervisionare personalmente ogni aspetto dei prodotti che escono dalle fabbriche di Cupertino. Mancanza di creatività e ritrosia ad adeguarsi alla particolare dinamica relazionale interna, avrebbe prima reso marginale il ruolo di Papermaster e poi condotto al licenziamento.
Nella sua nuova avventura in Cisco, azienda molto più simile ad IBM di quanto non lo sia Apple se non altro per la clientela (lo stesso CEO John Chambers è un ex IBM), Papermaster si occuperà di processori per gli switch Catalyst e Nexus 7000 tornando alle sue origini. In Big Blue aveva lavorato per 15 anni nel settore dei processori PowerPC.