Il New York Times racconta la vicenda di un ingegnere di nome Mark, bollato da Google come pedofilo per il solo fatto di avere scattato delle foto al figlio da inviare al pediatra via mail.
La moglie di Mark ha usato il telefono del marito per scattare delle foto all’area inguinale del figlio, scatti fatti su richiesta del pediatra. In una delle foto era visibile la mano di Mark che indicava la zona del gonfiore sull’inguine. Le foto hanno permesso al medico di diagnosticare il sintomo, prescrivere degli antibiotici e risolvere il problema ma due giorni dopo sul telefono di Mark sono cominciate ad arrivare notifiche e la segnalazione della chiusura dell’account Gmail per “contenuti lesivi”, considerati una grave violazione delle policy di Google, indicati come attività potenzialmente illegali.
Google spiega che generalmente gli Account vengono disattivati se il proprietario non ha rispettato determinate norme, inclusi contenuti sessualmente espliciti, nudità, sfruttamento o abuso di minori e materiali pedopornografici. Se Google identifica materiale creato, condiviso, inviato o caricato sui suoi servizi, può adottare “opportuni provvedimenti” che comprendono la segnalazione al National Center for Missing & Exploited Children o alle forze dell’ordine e la disattivazione degli account.
L’ingegnere ha compilato un modulo per richiedere una revisione della decisione di Google e tentare di spiegare la questione ma ha scoperto a sue spese le conseguenze dell’avere affidato la sua vita digitale a Big G, con l’effetto domino conseguente: impossibilità di inviare/ricevere mail, contattare colleghi e amici, perdita di anni di documenti memorizzati sui servizi in questione, inclusa documentazione sulla salute del figlio accessibile solo con l’account Google attivo. Per ora è stato costretto a comprare un nuovo telefono e attivare in numovo numero di telefono perché senza accesso al suo vecchio account Google non può accedere ai codici di sicurezza che consentono di eseguire il login in altri account.
Nonostante la richiesta di revisione, Google non sembra voler sentire ragioni e ha risposto che l’account non verrà ripristinato. A peggiorare la situazione, i meccanismi di segnalazioni di Google che hanno portato il Dipartimento di Polizia di San Francisco a indagare sull’ingegnere, con tanto di mandato di perquisizione e conseguenti problemi da affrontare e perdite di tempo.
Non è la prima volta che casi del genere vengono segnalati. All’interno dell’Unione europea, Google riferisce che alcuni dei suoi servizi di comunicazione rilevano abusi sessuali su minori online ai sensi del Regolamento europeo 2021/1232, che prevede una deroga alla riservatezza delle comunicazioni ai sensi della Direttiva 2002/58/CE al fine di contrastare gli abusi sessuali su minori online. “Ai sensi del Regolamento 2021/1232, se ritieni che il tuo account sia stato disattivato per errore, oltre a richiedere una revisione, puoi presentare un reclamo all’autorità competente per la protezione dei dati personali del tuo paese. Inoltre, hai diritto a un rimedio giudiziale di fronte a un tribunale competente”.