Palm sarebbe pronta a lanciare dispositivi con un nuovo sistema operativo basato su Linux nel corso dell’imminente CES (Consumer Electronic Show), che avrà luogo a Las Vegas dal 8 al 11 gennaio. Soprannominato con il nome in codice “Nova”, il sistema operativo dovrebbe equipaggiare la nuova generazione di smartphone della casa del Treo e gareggiare con l’inarrestabile successo dei prodotti di RIM (Blackberry) ed Apple (iPhone).
La scommessa non è semplice e la casa di Sunnyvale rischia tutta se stessa dopo aver sostanzialmente abbandonato PalmOS affascinata dal mortale abbraccio di Windows Mobile ed appisolatasi per troppo tempo in un mercato agguerrito che non premia chi si addormenta sugli allori. Jack Gold, analista della J. Gold Associates definisce il sistema operativo di Palm “un prodotto geriatrico” per il quale il produttore non è stato in grado di far nessun passo avanti efficace rispetto alla concorrenza di Android (Google) o iPhone.
Il nuovo sistema dovrebbe ridar vita al PalmOS, il sistema operativo usato sul “Centro”, unico modello che sembra offrire qualche soddisfazione a Palm in termini di vendita (meno in quanto a marginalità reale).
Secondo quanto riportato da Business Week, Palm non abbandonerà ad ogni modo la piattaforma con Windows Mobile ed i dirigenti dell’azienda hanno dichiarato di voler creare anche qualcosa che colmi l’assenza di un prodotto “a metà strada tra l’iPhone e il BlackBerry”.
Non è ancora chiaro quale sarà l’hardware sul quale girerà “Nova”, ma è probabile che si tratterà di un prodotto specificatamente pensato per il novello sistema.
Il dispositivo dovrà ad ogni modo gareggiare con concorrenti che vantano numeri da capogiro. Nell’ultimo trimestre Palm ha venduto “solo” 599.000 smartphone, il 13% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Apple, nel frattempo, ha venduto 6.9 milioni di iPhone nel solo ultimo trimestre; RIM nello stesso periodo ha venduto 6.7 milioni di BlackBerry.
Palm non vive un momento particolarmente felice: secondo Pablo Perez Fernandez di Global Crown Capital, “non c’è più spazio per Palm” e nessuno sviluppatore ha più voglia di produrre applicativi per la loro piattaforma. Nonostante l’infusione il mese scorso di 100 milioni di dollari da parte di Elevation Partner (la quale possiede ora il 39% della società ), Palm ha urgente bisogno di generare reddito se desidera rimanere ancora a galla. La società ha lo scorso mese annunciato l’ennesimo trimestre in perdita (è il sesto di seguito) e visto le rendite calare del 39% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Il sistema operativo Nova, sempre ammesso che esso sia effettivamente in grado di risollevare le sorti di Palm, richiederà in ogni modo tempo: i risultati saranno concretamente tangibili solo a metà di quest’anno.
Non tutti gli analisti vedono positivamente l’arrivo del nuovo sistema. Ken Dulaney di Gartner, ad esempio, pensa che Palm avrebbe potuto associarsi al carrozzone Android-Google (sistema anch’esso basato su Linux). “Ciò che rende speciale Palm”, afferma Dulaney, “non è l’hardware, ma la loro esperienza software e la capacità di colmare aree di mercato lasciate vuote da altri”.
L’arrivo del nuovo sistema permetterà di osservare l’andamento stabilito da Jon Rubinstein (ex vice presidente senior della sezione hardware engineering in Apple), l’amministratore nominato dopo l’acquisto del 25% del pacchetto azionario dell’azienda da parte di Elevation Partners; benché il progetto Nova era verosimilmente già in fase di sviluppo prima del suo arrivo, è presumibile che Rubinstein non perda l’occasione per lasciare il segno della sua esperienza.
[A cura di Mauro Notarianni]