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Reynaldo Gonzalez, padre di Nohemi Gonzalez, ragazza di 23 anni vittima degli scorsi sanguinosi attentati di Parigi, ha fatto causa a Google, Twitter e Facebook, colpevoli – secondo l’uomo – di aver permesso gli attacchi terroristici .
L’uomo ha citato in giudizio presso la corte della California il trio di società statunitensi, sostenendo che i siti web e le applicazioni delle società online sono state utilizzate dalla menti del gruppo terroristico per fare il lavaggio del cervello ai potenziali attentatori e convincerli ad unirsi a loro e per coordinare gli attacchi. In particolare, l’azione legale ritiene che sia stato attuato una sorta di favoreggiamento e addirittura un finanziamento dell’ISIS visto che Google ha condiviso gli introiti pubblicitari con gli organizzatori.
“Senza Twitter, Facebook e Google (YouTube), la crescita esplosiva dell’ISIS nel corso degli ultimi anni, diventato il gruppo terrorista più temuto del mondo, non sarebbe stata possibile” si legge nella causa, depositata nel distretto settentrionale della California su martedì.
“Questo materiale di supporto è stato determinante per l’ascesa dell’ISIS e ha permesso di effettuare numerosi azioni di morte, tra cui quello del 13 novembre 2015, gli attacchi a Parigi, dove più di 125 persone sono state uccise, tra cui Nohemi Gonzalez.”
Come confermato da Ari Kresch, l’avvocato dello studio legale che rappresenta Gonzalez, la denuncia non inerisce quel che dice l’ISIS nei suoi messaggi, ma il fatto che Google, Twitter, Facebook permettano all’ISIS di usare le loro reti di social media per il reclutamento e le operazioni. Dalla loro parte le tre aziende accusate hanno tutti sottolineato che stanno facendo del loro meglio per bloccare i terroristi sui loro servizi.