Otto diverse organizzazioni dei consumatori a livello europeo hanno denunciato Meta per violazione del regolamento generale sulla protezione dei dati dell’UE (GDPR), in particolare per le policy che riguardano il modello “pay-or-consent” di Facebook e Instagram ritenuto poco trasparente.
Le organizzazioni in questione (compresa l’italiana Adiconsum) fanno tutte parte del BEUC (ufficio europeo delle Unione dei consumatori), associazione che promuove, difende e rappresenta gli interessi dei consumatori europei nella elaborazione ed attuazione delle politiche comunitarie presso le istituzioni comunitarie ed altri organi.
L’azienda di Menlo Park avrebbe violato il GPDR imponendo agli utenti di scegliere tra il tracciamento a scopo pubblicitario e l’abbonamento a Facebook e Instagram, abusando della propria posizione dominante sul mercato costringendo essenzialmente gli utenti ad accettare i termini.
“Attraverso l’insistenza e la creazione di un senso di urgenza, Meta spinge i consumatori a fare una scelta che potrebbero non voler prendere”, spiegano le associazioni. “Inoltre, è probabile che molti consumatori pensino che, optando per l’abbonamento a pagamento così come viene presentato, ottengano un’opzione rispettosa della privacy che comporta meno tracciamento e profilazione. In realtà, è probabile che gli utenti continuino a subire la raccolta e l’utilizzo dei loro dati personali, ma per scopi diversi dalla pubblicità”.
Le opzioni indicate ai consumatori sono ritenute fuorvianti: “Meta li inganna presentando la scelta tra un’opzione a pagamento e una “gratuita”, mentre quest’ultima non è “gratuita” perché i consumatori pagano Meta attraverso la fornitura dei loro dati, come già dichiarato da precedenti sentenze”.
Meta offre versioni a gratuite e a pagamento di Facebook e Instagram (che possono arrivare a 311 € l’anno a persone) ma scegliendo le varianti gratuite si accetta automaticamente il tracciamento.
Secondo le associazioni dei consumatori il modello “pay-or-consent” predisposto da Meta è illegale: non ci sono le basi per giustificare la raccolta dei dati e le scelte imposte agli utenti non rappresentano un consenso libero e informato. “Dato il potere di mercato dei servizi Facebook e Instagram di Meta nell’UE e i fortissimi effetti di rete delle piattaforme di social media (considerato che tutti gli amici sono su Facebook e Instagram), i consumatori non hanno una vera scelta, perché se abbandonassero i servizi perderebbero tutti i contatti e le interazioni costruiti nel corso degli anni. Anche i costi di abbonamento molto elevati per i servizi “senza pubblicità” sono un deterrente per i consumatori, che non hanno quindi una vera scelta”.