IAd Apple non piace che gli sviluppatori armeggino con il kernel di Os X. La prova è nella risposta che è arrivata a Landon Fuller direttamente da Cupertino.
Fuller aveva individuato un bug in un suo software e ha scritto alla casa di Cupertino per chiedere la ragione per cui non era stato ancora pubblicato il codice sorgente della sezione IOUSBFamily di Mavericks, una parte del kernel dedicata (come il nome lascia intuire) alla gestione delle periferiche USB, che l’avrebbe aiutato nella sua ricerca. La risposta di Apple è stata poco confortante: i suoi ingegneri non hanno intenzione di discutere del problema segnalato, evidenziando anche che sconsiglia agli sviluppatori di fare prove con il nucleo di OS X, suggerendo altresì che se si ha realmente bisogno di lavorare con il kernel è meglio contattare il WWDR (World Wide Developer Relations), il dipartimento che si occupa delle relazioni con gli sviluppatori.
La necessità di interagire con il kernel è generalmente dettata da esigenze tecniche molto specifiche, ad esempio implementare un file system del tutto nuovo, eseguire particolari routine che hanno a che fare con la sicurezza, sfruttare meccanismi di virtualizzazione, installare particolari driver, ecc. Sul Mac App Store non è possibile presentare applicazioni che modificano o estendono in qualche modo il kernel, ed è questo il motivo per il quale applicazioni come Parallels Desktop o Fusion non sono presenti sullo store. Il nucleo del sistema operativo fornisce processi con i quali è possibile avere accesso in modo sicuro all’hardware. L’accesso diretto all’hardware può essere anche molto complesso e pericoloso ed è normale che Apple cerchi di limitarne l’uso, almeno relativamente alle applicazioni distribuite sul Mac App Store: l’obiettivo è proteggere gli strati inferiori limitando, se possibile, il caricamento di moduli ed estensioni, mantenendo al contempo le dimensioni del codice nello spazio del kernel al minimo indispensabile.