OS X 10.9 mostra sempre più prove della sua esistenza, almeno stando alle statistiche dei file di log riportate da vari siti in base alle quali è possibile verificare lo User Agent del browser usato dall’utente (si può anche imbrogliare, cambiando la stringa usata per presentarsi, ma è improbabile che un numero elevato di utenti si mettano a fare tutti lo stesso scherzetto).
Daniel Jalkut, ex dipendente Apple e sviluppatore del software MarsEdit, ha indagato sui file di log del server Apache del suo sito, studiando l’indirizzo dei visitatori che erano collegati con OS X 10.9 ricavando alcune informazioni come l’URL dal quale accedevano, il referrer (l’URL di un elemento che conduce all’elemento corrente) e la stringa utilizzata dai client in questione per lo user agent. Da quest’ultima stringa è possibile ricavare il sistema operativo usato, la release del WebKit e la versione del browser usata. Eseguendo le ricerche per localizzare la posizione geografica dei visitatori (la posizione fisica del server o del punto di uscita su internet), Jalkut ha notato che le macchine con OS X 10.9 che si sono collegate al suo server sono per la maggiorparte localizzate a San Francisco, San Jose o Santa Cruz; altre, in numero inferiore, da differenti località degli Stati Uniti.
La maggiorparte delle visite proviene da host con indirizzi IP in cui la prima parte (quella che identifica la rete) inizia per 17, un’intera classe d’indirizzi IPv4 notoriamente riservata ad Apple. Jalkut fa notare che con queste informazioni è possibile risalire al numero di utenti attivi e al ciclo di rilascio delle build interne. Informazioni forse poco importanti, ma che potrebbero consentire a concorrenti o alla stampa specializzata di predire l’arrivo della versione definitiva del futuro sistema operativo o permettere a speculatori di individuare società che stanno lavorando con o per conto di Cupertino, fattori che stranamente non sembrano preoccupare Apple, da sempre nota per la segretezza con la quale sviluppa nuovi prodotti. Quando il browser Safari non era stato ancora rilasciato (ne abbiamo parlato in dettaglio qui), gli sviluppatori avevano camuffato lo user agent di Safari in modo che questo non destasse sospetti agli occhi di chi quotidianamente analizza i log dei siti web; è strano che Apple non abbia adottato di nuovo un trucco simile nell’attesa di presentare ufficialmente la futura versione di OS X.
[A cura di Mauro Notarianni]