Tra le nuove funzioni di OS X 10.9 Mavericks c’è anche la possibilità di sfruttare il protocollo IP su Thunderbolt per collegare insieme una serie di Mac e trasformandoli in cluster per il rendering in rete. La funzione ha delle potenzialità enormi ma presenta ancora dei bug.
In modo simile a quanto possibile fare con l’IP su FireWire nei precedenti Mac, sfruttando questo meccanismo, sui Mac più recenti è possibile collegare anche più computer in cascata e l’enorme velocità permessa da questa tecnologia. È possibile collegare due computer con un cavo Thunderbolt (a patto che, ovviamente, entrambi abbiano la stessa porta) e utilizzare l’IP (Internet Protocol) per comunicare.
Dopo aver connesso il cavo alle porte Thunderbolt basta portarsi in Preferenze di Sistema, fare clic su Network, selezionare Thunderbolt nell’elenco dei servizi di connessione network, inserire il DNS e cercare gli indirizzi del dominio se il network li richiede. Collegando i computer utilizzando IP su Thunderbolt, di default, i computer ricevono gli indirizzi IP tramite DHCP. Per inserire manualmente un indirizzo IP o selezionare un altro metodo di ricezione di un indirizzo IP, basta portarsi nella sezione “Avanzate” della sezione Thunderbolt.
Usando i cavi Thunderbolt è anche possibile collegare insieme una serie di Mac e trasformarli in un cluster per il rendering in rete. Test eseguiti da Ars Technica indicano però che c’è ancora del lavoro da fare: la velocità di trasferimento è più lenta rispetto a quella teoricamente ottenibile; questa, inoltre, spesso cambia senza motivo apparente e in alcuni casi si verificano anche dei crash che ne impediscono, di fatto, l’uso. È molto probabile che Apple stia lavorando per migliorare la funzione IP su Thunderbolt e che per quando i nuovi Mac Pro con Thunderbolt 2 (connessione a 20 GB/sec) arriveranno, molti di questi problemi saranno risolti. È forse anche questo uno dei motivi per cui il marketing di Apple non ha ancora reclamizzato le potenzialità dell’IP su Thunderbolt.
