Le voci sui
tagli di ordinativi degli schermi per iPhone 5 sono fondate ma non implicano un calo della domanda o dell’interesse del mercato per l’ultimo smartphone di Apple. E’ questo in sintesi l’esame della situazione elaborato da Paul Semenza, senior vice president, analyst services di DisplaySearch intervistato da Cnet. Ricordiamo che DisplaySearch è una delle società di analisi più quotate al mondo per quanto riguarda il mercato degli schermi per il settore IT e dell’elettronica di consumo, una realtà che vanta numerosi contatti diretti con il mondo dei costruttori orientali e con tutti i principali marchi nei settori di riferimento e in quanto tale una fonte molto affidabile.
Al contrario degli allarmismi creatisi subito dopo la divulgazione delle voci dei tagli di Apple per gli ordinativi di display di iPhone 5, DisplaySearch ritiene che Apple stia semplicemente riducendo i rifornimenti di schermi per adeguarli al regime di produzione attuale, dopo un avvio troppo rapido della produzione industriale avvenuta dal lancio fino al periodo delle festività. In previsione di una domanda elevata e del lancio in diversi paesi, inizialmente le stime iniziali erano di 61 milioni di schermi per il solo quarto trimestre del 2012, un volume decisamente troppo elevato anche in confronto alle vendite già elevate di iPhone 4S che nell’ultimo trimestre record del 2011 aveva registrato vendite per circa 37 milioni di pezzi.
DisplaySearch ha rivisto verso il basso le previsioni di vendita di iPhone 5 per il primo trimestre del 2013 che scendono dai 57 milioni precedenti agli attuali 33-42 milioni. Infine la società specializzata nel mercato degli schermi esclude che il taglio degli ordinativi di Cupertino sia stato generato da miglioramenti e incrementi nella resa delle componenti.
Ricordiamo che negli scorsi giorni il Wall Street Journal ha pubblicato un report in cui veniva descritto il consistente taglio negli ordinativi di display per iPhone 5 da parte di Apple. La notizia immediatamente ripresa dalle principali testate di tecnologia ma anche della finanza è stata subito accolta con un’ondata di panico che è infine sfociata in un sensibile calo della quotazione del titolo AAPL in borsa. Nelle ore successive alcune delle più importanti società di analisi hanno precisato che i tagli degli ordinativi non significano un calo della domanda e dell’interesse nell’ultimo smartphone della Mela. Alcuni ipotizzano che dietro alla fuga di notizie ci sia stata la precisa volontà di influenzare le quotazioni dei titoli azionari a scopo speculativo e forse non a caso oggi il titolo Apple è rimbalzato verso l’alto guadagnando, al momento in cui scriviamo, tutto il terreno perso nella giornata di ieri