Chrome OS non si chiama più così ma il modo corretto per far riferimento al sistema operativo di Google per i Chromebook ora è “ChromeOS”.
A confermare il “nuovo” nome al sito The Verge è stato James Croom, senior director responsabile marketing di ChromeOS, riferendo che il cambio di denominazione dovrebbe servire a rendere più coerente la modifica sui vari siti dell’azienda.
Il cambiamento è già evidente nella dev page di ChromeOS, e la pronuncia resta ovviamente la stessa: in pratica – fa sapere l’azienda – il nome ora si scrive tutto attaccato (sulla falsariga di quanto fa Apple con macOS, tvOS, iOS, iPadOS, watchOS).
La notizia non è ovviamente nulla di eclatante ma è un ulteriore piccolo passo per sistemare elementi apparentemente minori, come è accaduto poco tempo addietro anche con il logo di Chrome /l’icona dell’applicazione (con il cerchio blu interno leggermente più grande e la sparizione delle le ombreggiature tra un colore e l’altro) piccoli interventi con l’obiettivo di migliorarne la visibilità in qualsiasi contesto.
Non è chiaro se Google intenda fare la stessa cosa anche con “Wear OS”, al momento scritto staccato, elemento che porterebbe a ulteriori similitudini con watchOS, un cambiamento che potrebbe avvenire con il lancio di Pixel Watch in autunno. E Android? Dovremmo chiamarlo AndroidOS?
Recentemente Big G ha avviato la distribuzione della prima versione stabile di ChromeOS Flex, versione “light” di ChromeOS basata su CloudReady di Neverware utilizzabile su macchine anche vetuste, inclusi vecchi iMac e MacBook quali l’iMac 21,5″ metà 2010, il Mac mini fine 2014, acuni MacBook Air 11″ (metà 2012, 2013, 2024) e 13″ (inizio 2015 e 2017) e altri ancora.; sul sito dell’azienda c’è a proposito del nome ancora un po’ di confusione: nella pagina di presentazione è mostrato il nome ChromeOS, nelle pagine di aiuto è riportati “Chrome OS”.
Recentemente Google ha ha annunciato diverse novità in arrivo sul browser Chrome per iPhone e iPad, inclusa la Navigazione sicura che consente ricevere avvisi relativi a malware, phishing o siti nell’elenco di siti potenzialmente non sicuri di Google