Da quando OpenAI ha presentato il suo chatbot ChatGPT nel novembre 2022 l’interesse per questa nuova tecnologia è letteralmente volato. Di fatto, ChatGPT ha dato vita alla febbre da Intelligenza Artificiale, che ha ormai invaso qualsiasi settore della tecnologia. Da sempre, l’azienda ha sempre cercato di impedire ad altre imprese di utilizzare l’acronimo “GPT”, ma nuovamente l’Ufficio Brevetti e Marchi degli Stati Uniti sembra non essere d’accordo. In sostanza, “GPT” non può essere registrato come marchio. Ecco il perché.
In una decisione finale emessa la scorsa settimana, che è passata quasi inosservata, l’USPTO ha respinto la richiesta di OpenAI di registrare il marchio “GPT”, perché l’acronimo risulta essere “meramente descrittivo” e indica solo una caratteristica del prodotto dell’azienda. “GPT” è l’abbreviazione di “generative pre-trained transformer”, un insieme di modelli di reti neurali in grado di creare testo e immagini, simili a quelli generati da esseri umani.
OpenAI si era opposta già nei mesi scorsi all’affermazione dell’agenzia federale secondo cui “GPT” risulta essere un termine descrittivo, sostenendo nel novembre scorso che il consumatore medio non conosca l’acronimo di “GPT”.
Questa dizione è complicata e utilizza termini specifici del mondo dell’AI che il consumatore medio non comprenderà. Se camminassi per strada e chiedessi a un campione di persone cosa significa GPT, è altamente improbabile che molti sappiano immediatamente che sta per ‘generative pre-trained transformer'”
Tuttavia, l’USPTO non ha accolto questa argomentazione. Nella sua decisione di febbraio, l’agenzia ha affermato che molti consumatori avevano chiaramente imparato a collegare “GPT” a determinati prodotti e tecnologie.
L’USPTO ha anche dichiarato di aver respinto la richiesta di OpenAI nel tentativo di impedire all’azienda di soffocare la concorrenza nel suo settore e di evitare che intentasse costose cause di violazione del marchio.
Le imprese e i concorrenti dovrebbero essere liberi di utilizzare un linguaggio descrittivo quando descrivono i propri beni e/o servizi al pubblico nei materiali pubblicitari e di marketing
Questa è la seconda volta che l’agenzia respinge la domanda di registrazione del marchio di OpenAI, presentata nel dicembre 2022. In precedenza, l’USPTO aveva respinto la richiesta dell’azienda nel maggio 2023. Tuttavia, non è ancora scritta la parola fine: OpenAI può chiedere all’USPTO di riesaminare la sua decisione o presentare un’appello presso il Trademark Trial and Appeal Board, anche se non è chiaro al momento se sceglierà di intraprendere una delle due strade.
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