La startup OpenAI è stata creata come ente non profit con l’ideale di creare l’intelligenza artificiale per renderne disponibili vantaggi e funzioni a tutte le persone, ma nel giro di pochi anni, soprattutto con il rilascio di ChatGPT, tutto è cambiato dentro e fuori OpenAI ed ora il CEO Sam Altman sta valutando la trasformazione in una più tradizionale società per profitti.
Per il momento non ci sono ancora annunci ufficiali, ma la mossa era anticipata da tempo ed ora sembra sia stata descritta da Sam Altman ai dipendenti durante una riunione interna settimanale. Dicevamo mossa prevista perché, oltre agli ingenti finanziamenti Microsoft, OpenAI sta vedendo crescere in modo esponenziale entrate da accordi commerciali e anche da utenti finali, con budget sempre più ingenti e somme che una organizzazione non profit non può gestire al meglio.
Secondo analisti e osservatori il cambio era già previsto come necessario, indispensabile per la sopravvivenza stessa della società. La costituzione non profit infatti è divenuta troppo complessa e macchinosa per poter gestire il business in crescita.
Ma creare nuovi modelli AI richiede ingenti investimenti in hardware e talenti che le sole donazioni di una non profit non possono coprire. Con l’aumento degli investimenti esterni, non solo Microsoft ma anche Apple, Nvidia e altri, servono anche strumenti che permettano di redistribuire i profitti, assenti o vietati in una non profit.
Per tutte queste ragioni, oltre alla organizzazione non profit originale del 2015 OpenAI è stata costretta a creare e affiancare una divisione a scopo di lucro, che a sua volta gestisce una controllata che raccoglie gli investimenti e finanziamenti esterni. La complessa struttura aziendale e decisionale che si è venuta a creare nel tempo è un impedimento per una società in fase di crescita esplosiva.
Durante la riunione con i dipendenti Sam Altman non è entrato nei dettagli, ma avrebbe dichiarato che OpenAI si trasformerà in una organizzazione più tradizionale a scopo di lucro. Però un portavoce OpenAI ha precisato a Fortune che la società rimane «Focalizzata sulla creazione di un’intelligenza artificiale che avvantaggi tutti” e che l’aspetto non-profit è “fondamentale per [la sua] missione e continuerà a esistere”.
La mossa è una buona notizia anche per Sam Altman, anche perché quando è stato licenziato e poi rapidamente riassunto, la scelta di escluderlo era stata presa dal consiglio di amministrazione della divisione non profit.
Secondo una dirigente di OpenAI la tecnologia AI taglierà i lavori ripetitivi e anche quelli creativi di bassa qualità. Tutti gli articoli che parlano di Intelligenza Artificiale sono nella sezione dedicata di macitynet.