Si è appena conclusa DevDay la prima conferenza per sviluppatori di OpenAI, ed è stata una bomba: all’evento la società non solo ha mostrato una versione ancora più potente del suo chatbot battezzato ChatGPT-4 Turbo, ma ha anche presentato una novità assoluta: i GPTs, in pratica mini bot AI programmabili anche da chi non conosce una riga di codice si possono creare anche con la voce, con la promessa di rivoluzionare la vita delle persone e il lavoro delle aziende.
Cosa sono e cosa fanno i GPTs
In una frase, sono versioni più piccole e personalizzate di ChatGPT con istruzioni, conoscenze extra e altre informazioni e competenze personali, in grado di eseguire compiti specifici. Praticamente dei mini bot AI, o se vogliamo delle applicazioni super-intelligenti perché anziché essere strumenti in mano agli utenti, una volta “costruiti” diventano dei veri e propri assistenti digitali completamente autonomi.
Per comprenderne la portata dei GPTs la società ha presentato come esempio di impiego la creazione di un assistente di cucina che suggerisce le ricette in base agli ingredienti disponibili in casa, oppure di un insegnante di matematica che aiuta i figli a fare i compiti, o ancora di un tecnico capace di risolvere i problemi con le attrezzature in ufficio; ma le possibilità sono praticamente infinite perché può diventare qualsiasi cosa.
La forza di questo strumento è data dalla piattaforma di tipo conversazionale: proprio come il chatbot, con cui si interagisce come se fosse un essere umano, anche in questo caso basterà parlargli dandogli in pasto istruzioni e dati come se si stesse parlando ad un’altra persona: così, senza conoscere una riga di codice, chiunque può programmare i suoi GPTs e usarli come desidera.
Persino le aziende avranno la capacità di creare questi GPT personali e ad uso interno esclusivo. Tutti gli altri invece avranno presto a disposizione una sorta di GPT store, un negozio digitale tramite cui condividere più facilmente i propri bot AI con il resto del mondo. È già previsto un sistema di remunerazione innovativo e intelligente, che sostanzialmente pagherà i creatori dei GPTs in base al numero di utenti che useranno i loro bot.
ChatGPT-4 Turbo
L’altra grande novità è nell’ultima versione del chatbot più celebre che, come suggerisce il nome stesso, ha appena messo il turbo: adesso si possono inserire fino a 300 pagine di testo come input (anziché 50), quindi è in grado di elaborare prompt più complessi e restituire allo stesso tempo delle risposte ancora più mirate.
I dati su cui poi elabora le richieste sono aggiornati ad aprile 2023 (anziché settembre 2021, anche se con GPT-4 odierno si possono comunque fare ricerche su Internet per ottenere una base dati aggiornata), e si possono caricare anche immagini e documenti da analizzare. E può gestire anche le richieste di sintesi vocale.
Per gli sviluppatori OpenAI infine aggiunge che sarà anche più economico in quanto saranno ridotti i prezzi dei token di input e output. Prezzo e data di lancio non sono stati ancora annunciati.
Come sta andando l’AI e dove è diretta
Un’ultima cosa emersa dalla prima conferenza DevDay: OpenAI dice che al momento ogni settimana la sua piattaforma è usata da più di 100 milioni di utenti, e il 92% delle aziende Fortune 500 usano le sue tecnologie.
Questo significa che l’AI non solo sta prendendo piede molto rapidamente, ma ha già trovato posto in migliaia di situazioni e applicazioni. E il numero è destinato a crescere, anche in considerazione del fatto che OpenAI in conferenza ha promesso di difendere clienti e imprese in eventuali azioni legali relative al diritto d’autore, persino prendendosi carico dei costi sostenuti.
Negli scorsi giorni anche Elon Musk ha presentato Grok il primo chatbot della sua società xAI che si distingue dai concorrenti per spirito ribelle e senso dell’umorismo. Tutti gli articoli che parlano di intelligenza artificiale AI sono disponibili a partire da questa pagina di macitynet.