Da anni Apple è un cliente privilegiato di TSMC, l’azienda taiwanese indipendente che produce semiconduttori e che ha sempre offerto in anteprima i nuovi nodi produttivi a Cupertino.
I chip della serie Ax (per iPhone) e Mx (per iPad e Mac) vantano priorità e una sorta di accesso esclusivo alle ultime tecnologie di TSMC (es. i 3nm) con ovvi vantaggi per la Casa di Cupertino.
Le cose potrebbero cambiare con l’ingresso di OpenAI nella produzione di chip; il laboratorio di ricerca sull’intelligenza artificiale sta da tempo sta valutando di fabbricare autonomamente i propri chip di intelligenza artificiale, destinati alle attività legate all’AI e all’apprendimento automatico, una mossa che permetterebbe di ridurre la sua dipendenza da produttori come Nvidia.
A riferirlo è il sito Economic Daily News, spiegando che i primi chip prodotti a 1,6nm (nodo A16 dove il 16 fa riferimento all’unità di lunghezza angstrom) non saranno esclusivi di Apple come visto con le ultime varianti (7nm, 5nm, 3nm, ecc.) ma questo nodo produttivo sarà condiviso con OpenAI. La società specializzata in AI (nota per ChatGPT ma non solo) è intenzionata ad accelerare lo sviluppo di chip proprietari, fondamentali per spingere l’adozione di Sora, l’AI che promette di realizzare video che non hanno niente da invidiare ai film, offrendo filmati ed effetti dal sorprendente fotorealismo.
L’arrivo di un concorrente in grado di prenotare la capacità produttiva del colosso di Taiwan per i nuovi processi produttivi potrebbe essere un problema per Apple anche se OpenAI non è diretto concorrente nei settori nei quali opera Cupertino, ed evidenzia la dipendenza della Mela da TSMC, azienda che produce la maggior parte dei chip presenti nei prodotti Apple. È probabile che OpenAI riesca ad ottenere esclusive a suon di dollari, una gara dove a vincere per ora e sempre e comunque la fonderia di semiconduttori che opera a livello globale. A risentirne in futuro potrebbe esere la produzione di iPhone, Mac e iPad; per il momento il nodo a 1,6nm non è previsto prima della metà del 2026, lasciando tempo a Apple di “oleare” e mettere a punto sue strategie.
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